Mi piace molto come questa Italia ovale si sta organizzando il mondiale che arriva, moltissime iniziative in tutte le direzioni ed una piccola macchina organizzativa ed organizzata pronta a riversare una selva di informazioni molto superiore a qualsiasi edizione. Il mondiale più lontano che ci sia capitato dalla sua prima edizione, ci sono 18.387 chilometri da Roma ad Auckland, sarà potenzialmente il più vivibile.
Un mondiale a grande accessibilità, fatto salvo magari il fuso orario che propone soluzioni a volte improbabili, diciamo che i pub a quell’ora sono generalmente chiusi.
Chiaro a tutti che è la rete il vero protagonista di questa vicenda sportiva,
internet è il mezzo che uccide l’indifferenza e la sufficienza di alcuni media tradizionali, i blog di alcuni giornalisti professionisti e quelli di alcuni appassionati dello scrivere (la differenza c’è e si vede) sono gli strumenti principali attraverso i quale si manifesta questo approdo positivo al
RWC2011.
E’ vero che i morti si contano alla fine della battaglia, citazione macabra ma non me ne veniva altra, ma, per questa volta, una cosa diciamola subito, in anticipo, rischiando di essere sbugiardati ma anche di essere profeti. Questo mondo del rugby in trasferta a casa degli All Blacks è seguito si da
Sky e da qualche altro mega-media, ma cosa sarebbe senza quel movimento di contenuti ed iniziative che trovate nel blogroll qui a lato? La FIR ci faccia un pensierino, guardi questi mondiali partendo dal suo più vicino Casanelson fino all’ultimo dei contributi.
La diffusione del nostro sport e, soprattutto, il mantenimento dei suoi valori fondanti, passa sicuramente dal prato verde ma senza comunicazione è una voce roca.