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FIR E DINTORNI

LE VENEZIE FRA VITTORIE E DIVISIONI MA IL FUTURO POTREBBE NON ESSERE UNA IPOTESI

Guardate un po’ che panorama ha davanti un certo rugby il prossimo anno.
Le Venezie tornano con 4 squadre nella Eccellenza, massima serie del rugby italiano, per la gioia di San Donà, della frizzante Mogliano, delle stagionate Rovigo e Petrarca. La Benetton Treviso tornerà a far sventolare alto il biancoverde in Pro12 con molti vanti in più da difendere: unico club italiano sopravvissuto in Europa, primo club della penisola in assoluto, contenitore di oltre mezza Nazionale. Ottimo risultato in Serie A di Udine, miglior risultato di sempre nella propria Regione, meravigliosamente terzo il Roccia Rubano, si salvano Paese e Cus Verona, in mezzo alla sua classifica il Valpolicella. La Serie A aspetta per il prossimo anno i nuovi inserimenti vincitori della Serie B, fra questi due club veneti: Vicenza e Cus Padova. Persino nella serie minore c’è una soddisfazione veneta da citare perchè il resuscitato rugby veneziano ha vinto campionato e vari spareggi ed il Lyons Venezia Mestre è stato promosso dalla Serie C in serie B. Chissà quanto altro mi sono dimenticato. Visto così è un tripudio che parla la lingua della Serenissima. Ma non scrivo queste cose per celebrazione, per festeggiamenti vari o per vetero-campanilismo, non è lo stile di questo blog, ma per passare a bel altra considerazione. La domanda infatti è: cosa pesa nel rugby nazionale questa super potente corrazzata veneta dell’ovale? Ovvero: se le Venezie sono “il Galles d’Italia” cosa conta questo panorama ricco e fitto di rugby sul profilo nazionale? Inutile girarci intorno la risposta la sanno tutti : proporzionalmente poco e praticamente quasi niente. Cambiamo un attimo punto di osservazione perchè c’è un’altra cosa che mi ha particolarmente impressionato in questi giorni. Trattasi della sensibilità del pubblico accorso in buon numero a Mogliano per vedere il test di “Italia Emergenti” contro la selezione del “XV della Serenissima” approntata per l’occasione. Il pubblico infatti era in evidente ansia da prestazione a favore della Serenissima, aveva voglia di rivivere momenti antichi, attimi del passato, gesti e match che nessuno ha più riproposto. Perchè mai più riproposti? Sarebbe come rispondere alla domanda : perchè i Dogi non ci sono più? Perchè il XV della Serenissima è costretto a fugaci apparizioni di fine stagione? Tutte queste domande così diverse eppure così simili paiono forse avere una identica risposta: la divisione. Troppe divisioni e campanilismi, troppe nobili decadute con poca voglia di condividere vittorie con altri, poca voglia di parlarsi, di riporre definitivamente antipatici rituali con vecchie ruggini, troppo facile per chiunque venire da altre regioni, magari da Parma, per dividere a proprio uso. La stessa divisione che non lascia spazio ai Dogi, che fa del Comitato Regionale delle Tre Venezie (CIV) un comitato praticamente senza soldi, che annulla di fatto il peso specifico in FIR della regione più ovale d’Italia, è la divisione che pare essere la prima nemica del movimento delle Venezie. Tante vittorie in campo ma quante sconfitte fuori. Chissà se qualcuno ci sta pensando. Per il bene di tutto il rugby e del rugby di tutti.
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