Si delineano faticosamente e senza colpi di scena le rose del prossimo massimo Campionato italiano, un torneo ricco solo di parole ed aspettative. Mentre infatti la FIR sventola al cielo i sui presunti (chi ha mai visto il bilancio per poter dire il contrario?) 40 milioni di budget complessivamente tutte
le 12 protagoniste del massimo Campionato assestano i loro budget intorno ad un totale di circa 11 milioni contributi federali inclusi. Un campionato decisamente poverino. Un segno dei tempi che deve far riflettere quanti stanno parlando dei prossimi sviluppi del nostro rugby; fa pensare che il nostro massimo campionato abbia un budget quasi 4 volte inferiore a quello della Federazione che lo organizza soprattutto se si pensa che la stessa Federazione spende almeno la metà del budget complessivo di tutti i team di Eccellenza per gestire un proprio team (le Zebre) che partecipa al Pro12. La centralità del movimento non è di chi ci gioca ma di chi lo gestisce. Mah! Le Eccellenza così impoverita,
come tiene a sottolineare l’autorevole Duccio Fumero sul suo Rugby 1823, gioca forse però la sua carta migliore ed accoglie al suo interno una massa di giovani e di esordienti provenienti da categorie inferiori. Un conto fatto velocemente selezionando la griglia degli “arrivi” per la prossima stagione nei vari team di Eccellenza ci dice che
sono circa 22 i giovani, accademici e non, che trovano posto nei 12 team mentre circa
altri 20 giocatori arrivano da serie inferiore (quasi sempre dalla A1 o A2) a sostenere le loro rose. Sono invece circa
25 gli stranieri che escono dal nostro Campionato ed in genere dall’italico suolo lasciando dietro di se amicizie ma sopratutto ingaggi quasi sempre molto alti, a volte anche sproporzionati.
La Eccellenza al risparmio si assume così un importante compito di piattaforma formativa di giovani ed emergenti, una cosa che nasce però dalla necessità che si fa virtù e che quindi non garantisce a quei giovani, oggi fatti entrare per conclamate ristrettezze, un futuro reale qualora, quando usciranno dalla fase di prima formazione, questi vorranno essere davvero parte del gioco, ingaggi inclusi. Questa infatti è la bugia di questo nuovo massimo campionato italiano, non bisogna quindi farsi abbagliare dal meccanismo insediatosi quest’anno nella Eccellenza, in effetti non ha futuro. Bisognerà garantire centralità ai club e, conseguentemente, espansione al movimento per allargare la base e dare spazio “vero” ai giovani, diversamente, è squallido dirlo ma è così, quella di quest’anno diventa solo “acquisizione di prestazioni a basso costo”. Mi costa dover fare questa ultima affermazione perchè so che molti giovani la leggeranno ma, pensateci, il rugby ora è messo così, non si può negarlo, le cose possono cambiare, lo speriamo tutti. Intanto aspettiamo davvero con ansia la partenza di questa Eccellenza 2012/2013 perchè, anche questa è una grande verità, vedere tutti questi giovani all’opera la rende davvero interessante e speciale.
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