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A TITOLO PERSONALE

DARE UN FUTURO CREDIBILE AL NOSTRO SPORT, IL RICORDO DI MARCELLO FRONDA

di Corrado Covi

Corrado Covi, Direttore Sportivo del Petrarca Rugby da diverse stagioni, è stato colonna portante della mischia “terrore d’Italia” degli anni ottanta, la mischia della squadra petrarchina che dall’83 all’87 ha vinto tutto in Italia. Vanta inoltre 19 presenze con la nazionale maggiore Italiana, ha esordito come numero 8 il 7 febbraio del 1988 contro la selezione francese e chiuso il ciclo nazionale nel ’96 il 23 novembre a Twickenham con il numero 7 contro gli inglesi.

Ciao a tutti!

Chi sono? Diciamo che non è un mistero dopo 30 anni di militanza nell’ambiente, mi piace definirmi un ex giocatore di rugby che, come molti altri, ha intrapreso un percorso dirigenziale all’interno dell’unico club di militanza, ovvero il Petrarca Rugby, con un interessante intermezzo in FIR come Consigliere Federale nel quadriennio 2000/2004.

Stefano mi ha proposto di fare l’opinionista all’interno del suo seguitissimo blog, proposta sulla quale ho riflettuto molto in quanto negli ultimi tempi gli internauti rugbistici hanno solo l’imbarazzo della scelta in termine di navigazione su siti che trattano l’argomento quindi mi sono chiesto se c’era davvero bisogno che se ne aggiungesse un altro ma alla fine mi ha convinto e proverò a cimentarmi nel difficile esercizio, non tanto della scrittura, ma quanto in quello del non dire banalità. Per ovviare a questo cercherò di evitare argomenti tecnici, Umberto è preparatissimo (Nota del Nero: Umberto Casellato, altro autore in questa Rubrica), proverò a limitare quelli di natura federale comunque molto gettonati, quindi mi resterà l’affrontare aspetti del nostro sport poco trattati che possano stimolare ai lettori delle riflessioni oltre a quello che può arrivarmi da suggerimenti, perché no, anche dai lettori stessi.

Detto questo la “pillola riflessiva” odierna parte da un ricordo o meglio un tributo ad un uomo di rugby recentemente scomparso che porta il nome di Marcello Fronda. I più giovani neanche sanno di chi sto parlando ma per chi lo ricorda è uomo che ha scritto pagine fondamentali di rugby petrarchino partendo nella sua storia dal mitico squadrone anni 60/70 delle FF.OO che tutto vinse in Italia.

Marcello insegnò rugby a generazioni di giovani, tra cui la mia, ma soprattutto ha insegnato a vivere usando un suo stile, unico e personale, fatto di raro umorismo mischiato ad una equilibrata severità, insomma un mix di rara capacità. Ecco quindi la riflessione che io, come dirigente di società, mi faccio spesso, ovvero se all’interno dell’offerta formativa che proponiamo per attirare le nuove generazioni, dove prestiamo sicuramente attenzione agli aspetti etici ed educativi, siamo poi altrettanto attenti nel forgiare i nostri educatori non solo da un punto di pratica sportiva ma anche educazionale e culturale?

Ecco, quì gli esempi del passato ci possono venire in aiuto nel fare conoscere, a chi innanzitutto con noi collabora ma anche a chi  frequenta occasionalmente la nostra storia, il nostro vissuto rugbistico che altro non è che il DNA di ogni società sportiva,  a mio giudizio soltanto attraverso una profonda conoscenza del passato è possibile costruire non obbligatoriamente un futuro di successo ma necessariamente un futuro credibile; il nostro modestissimo sport non può deludere chi ci guarda con fiducia.

L’esercizio non è semplice ma credo meriti da parte di noi dirigenti un minimo di applicazione e di attenzione.

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Nella foto: formazione del Petrarca Rugby laureatosi campione d’Italia nel 1973/74 allenata da Marcello Fronda.

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