“Carissimo Joel….non siamo preoccupati per il numero di punizioni date contro l’Italia e non contro l’Inghilterra ….gli arbitri sbagliano e lo accettiamo, è però inaccettabile che un arbitro non applichi lo stesso standard in situazioni simili per entrambi i team…questo arbitro non ha rispettato il valore del rugby espresso dalla nostra squadra e si è preoccupato di dover essere il responsabile di una storica e sorprendente vittoria“. La lettera che il team della FIR, voluto dal Presidente Gavazzi, ha inviato il 13 marzo al gran capo IRB degli arbitri John Jeffrey e al “IRB High Performance Match Official Manager” Joel Jutge in relazione al comportamento dell’arbitro George Clancy durante Inghilterra – Italia del recente Sei Nazioni parla quindi apertamente di giudizio volutamente parziale da parte dell’arbitro irlandese. Non si tratta però solo di una formale protesta perchè la FIR è voluta andare ben oltre raccogliendo in un file video chiamato “Dossier Clancy” quasi sette minuti di esempi sul comportamento palesemente discriminatorio di questo arbitro in quella partita, una raccolta puntuale, precisa, formale e seria.
La corrispondenza però è poi continuata e la cronaca racconta, se non lo ha fatto lo facciamo ora, che il team italiano Cnar-FIR abbia palesemente fatto rilevare, in una mail del 14 marzo indirizzata agli stessi personaggi IRB di cui sopra che “sono state prese decisioni incoerenti e sbilanciate a favore della squadra inglese…” per finire con un risoluto “Mi rivolgo a voi, nella vostra qualità di Manager degli arbitri IRB per chiedervi di garantire che certi comportamenti di così forte sudditanza psicologica vengono valutati, contenuti ed eliminati”. E’ una Italia stanca del doppiopesismo quella che la FIR descrive nella missiva di cui sopra come “una realtà nei nostri confronti non così diffusa ma che esiste“, una FIR che, supportata dal Gruppo Arbitri del Cnar e dal suo gruppo di studio, ha individuato nella “sudditanza psicologia“, la peggior malattia per un arbitro, il fenomeno occorso a Clancy in quel di Twickenham.
Come ha risposto Joel Jutge? Sicuramente ne aveva già parla con Jacques Brunel rassicurandolo sul valore e la considerazione verso l’Italia, avrà difeso George Clancy, o almeno la sua moralità di arbitro ma, voci bene informate riportano non sia per nulla soddisfatto delle prestazioni dell’arbitro irlandese perchè, anche per lui, gli arbitri sono come i giocatori e pertanto le loro prestazioni possono anche venir criticate e giudicate. La forte protesta italiana ha trovato quindi ragione fra le strette maglie dell’IRB e quello che per alcuni è stato uno scomposto Gavazzi che si lamentava nel ricevimento del dopo-match direttamente con i manager IRB ed invitava Clancy a rivedersi la partita nei fatti è stato invece il giusto reclamo dell’intero movimento ovale italiano.
Il Dossier Clancy però contiene altre due osservazioni (vedi sotto il titolo) che i nostri uomini Cnar-FIR hanno proposto, il primo foglio contiene la puntuale analisi dei fischi sbagliati da Clancy per i motivi di cui sopra ed il loro peso nella partita, il secondo foglio sottoposto al mondo IRB, riguarda più vastamente il “trattamento” riservato alla nostra Nazionale prendendo come spunto una statistica sul possesso, scrivono gli italiani “Solitamente, la squadra che ha il maggior possesso in percentuale durante un partita e tiene la palla più a lungo degli avversari ha la minore percentuale di sanzioni concesse….analizzando la scheda qui sopra…” facile leggere i numeri, la cosa per l’Italia evidentemente non vale.
Nel giro di video analizzati in FIR ne è finito un altro, decisamente fastidioso, riguarda l’azione da meta Parisse – Zanni interrotta da Clancy per un “avanti” inesistente: l’irlandese fischia ma il celebre Nigel Owens, guardalinee per l’occasione, chiama il collega e gli dice chiaramente che non si tratta di “avanti”, Clancy non cambia la decisione e l’ovale va ai bianchi di Sua Maestà.
La questione si può considerare chiusa e pare quindi confermata non aver nulla a che fare con la normale casistica di una direzione di gara, è semmai uno di quei casi, si è già scritto che di queste cose se ne sono già viste molte a Monigo, in cui il fattore carriera di un arbitro e di gestione “politically correct” di una gara sopravanza la gara stessa in quanto tale, ovvero gara come corretta competizione, come leale ed equilibrata interpretazione del gioco.
Ha fatto bene la FIR ad intervenire, ha fatto bene a farlo con energia, ha fatto bene il gruppo arbitri italiano, nel supportare la Federazione, a giocarsi questa “partita” con compostezza ma con altrettanta fermezza.
Durante Italia- Irlanda ho visto estrarre tre cartellini gialli ai danni dei verdi, uno di questi, il secondo, mi era inizialmente parso forse un po’ frettoloso anche se giustificato, allora mi sono girato verso il mio vicino in Tribuna Monte Mario e gli ho detto “non ti pare questo cartellino un po’….” e lui subito “I dossier si devono fare solo quando servono“. Evidentemente serviva.
