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AFFARI ESTERI

NELLA BATTAGLIA EUROPEA E’ TEMPO DI SCEGLIERE LA NOSTRA STRADA

La questione sempre più spinosa che ruota intorno alla futura Heineken Cup con i club inglesi, in primis, e quelli francesi dietro di loro, in ordine un po’ più sparso, a combattere contro ERC  per la rivoluzione totale degli assetti del torneo europeo, ripropone il tema di un campionato forte in seno alla nostra federazione.

L’Italia presenta un assetto particolare con solo un club in grado di partecipare ad un Alto Livello europeo, la Benetton Treviso, ed un secondo team che vi partecipa ma che però è espressione della stessa Federazione. Dietro a questo c’è un bistrattato campionato di Eccellenza  addirittura a 11 squadre le quali vivono di passione e disponibilità locali, giocano al meglio, si dichiarano apertamente dilettantistiche per più della metà ed attingono alle ultime risorse di tanti Presidenti di gran volontà.

Recentemente il Presidente ERC J.P. Lux rispetto alle querelle europea ha dichiarato apertamente come non possano essere i club francesi ed inglesi a condizionare l’assetto di campionati e risorse economiche a livello continentale lamentando di fatto la eccessiva forza dei campionati di cui sopra rispetto a tutto il resto della struttura europea.

Risulta altrettanto palese però che la forza che hanno Top14 e Aviva Premiership   se la sono creata con risorse proprie ed è difficilmente comprimibile oltre che idiota farlo visto il riscontro di pubblico, media e sponsor che queste portano con se.  Le stesse “celtiche”, pur potendo annoverare talenti ed uno scenario di prim’ordine del rugby sui propri territori, non possono dirsi allo stesso livello, mancano di risorse economiche e vivono un modello ancora troppo localistico.

Gli unici che possono avere una vetrina nazionale pari a quella di inglesi e francesi sono gli italiani i quali però sono ben lungi da tutti i modelli di cui sopra.

Non è realistico pensare che da questa battaglia europea di club contro istituzioni continentali ed internazionali i primi siano davvero sconfitti, con tutta probabilità prevarrà un modello di mediazione che riconoscerà comunque ai club anglo-francesi il ruolo primario che cercano; in questo quadro l’Italia fino ad oggi si è nascosta dietro IRB ed ERC e non riesce nemmeno a trovare un assetto comune con le altre celtiche.

E’ chiaramente il momento di mettere in campo un terzo campionato nazionale forte, troverebbe appoggi politici importanti a livello europeo ed internazionale; si chiami Eccellenza o come volete ma l’Italia deve mettere in conto la crescita repentina dei top club italiani.

La FIR  ha una occasione politica unica di far pesare una sua vera aspirazione ma adesso deve scegliere chiaramente se dal prossimo anno e per i prossimi anni preferiremo far giocare 2 o 3 team con le Celtiche o comunque in Campionati “altrui” impegnando tutte le risorse in questa direzione ed il resto vada come vada ” o se puntiamo ad avere 8/10 team di vertice a livello italiano almeno nel medio periodo.

Il momento per il nostro rugby è favorevole, speriamo di non rimanere in mezzo al guado.

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