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SERIE A ELITE

ROVIGO SCHIACCIASASSI, PIU’ FACILE DEL PREVISTO PER MOGLIANO

ECC GIORNATA 8

 

Tre mete in dodici minuti, è così che le Fiamme Oro ricordano al campionato che ci sono anche loro, tre mete che portano la firma di Amenta, Zitelli e Sepe che, siamo solo al minuto numero 25 del primo tempo, dopo un drop ed un calcio del solito noiosamente preciso Benetti (a fine partita avrà fatto un favoloso 8/9 al piede) portano i poliziotti sul 27 – 6. A  quel punto sul campo della Caserma Gelsomini sembra quasi apparire una scritta luminosa “Adesso Buon lavoro San Donà”  e quelli del Piave ce la mettono tutta e ci arrivano vicini ma non abbastanza da prendersi il bonus. Attenzione a considerare questa prestazione come una bella avventura di fine anno, le Fiamme di Presutti hanno un organico che è un  qualcosa in più che di tutto rispetto e se comincia davvero a girare allora sono dolori davvero per tutti, nessuno escluso.

A Rovigo andava in onda il derby fra Cavalieri ed ex Cavalieri o almeno così piacerebbe fosse stato ai pratesi ma che non si trattava di questo si fa presto a capirlo; quelli in maglia rossoblù si sono evidentemente molto affezionati alla maglia e vogliono dimostralo subito e bene, tutti e quindici gli uomini di Frati e De Rossi vogliono far sapere che non vedono altro che Rovigo, che stravedono per il loro pubblico, il match con i pratesi è una occasione, eccoli allora partire di forza, si fermeranno solo verso la fine del secondo tempo quando, sul 30 a 3, Rovigo si lascia un po’ andare, forse anche complici i cambi che non hanno la stessa intensità, i pratesi allora risalgono “il giusto” e tanti saluti: lo schiacciasassi Rovigo è servito.

La domenica uggiosa di Mogliano riserva una notizia amarissima ai tifosi petrarchini giunti in forze al Quaggia per sapere la verità: i giovani in nero sono sempre i soliti “ragazzi forti” o sono una squadra che vince? Buona la prima con un passo indietro perchè sono forti si ma anche molto scolastici. Il Mogliano dal canto suo entra in campo visibilmente contratto, recupera testa e forze dopo i primi cinque minuti e, giocando veloce alla mano e spingendo con i trequarti, costringe i padovani per tutto il primo tempo dentro la propria metà campo a dar lezioni di difesa. I petrarchini passano il primo tempo a recuperare palloni nei propri ventidue ed a restituirli immediatamente agli avversari con un gioco al piede totalmente infruttuoso (ma perchè continuarlo per 40 minuti ?) visto che poi la davanti il gioco sui punti di incontro è al minimo sindacale. In una cornice così il 12-0  Mogliano se lo guadagna alla grande, due mete,errori al piede che avrebbero invece chiuso il match, intensità e regolarità per quaranta minuti. Nel secondo tempo la reazione dei padovani trova un Mogliano sempre concreto che regge la mischia, generalmente a favore dei padovani nel corso della partita, approfitta dei problemi in rimessa degli avversari e fanno vedere a tratti alcune interpretazioni di rugby molto belle in termini di velocità e di spostamento del gioco, tutto alla mano, tutto molto ritmico, Mogliano sembra stia diventando ogni giornata sempre più un esempio di un certo rugby spigliato ed aggressivo fatto di fondamentali. Fra le file del Mogliano si distinguono Swanepoel, Candiago e Galon ma, segnalazione speciale,  piace anche l’interpretazione della partita che da Bocchi. Il Petrarca, ottima prova di Leso, Innocenti, Sarto e Jordaan, manca vistosamente la prova di maturità con un gioco troppo pianificato e non irresistibile, troppi errori in fase di attacco, errori sui fondamentali e grandi ingenuità tattiche; un campionario di dubbi e purtroppo l’impressione che qualcuno in campo, quando l’asticella si alza, non ci sia più.  Il pubblico padovano rimanda la risposta al suo quesito ad altra data ma  forse una domanda rimane: dove aveva esattamente la testa l’estremo petrarchino quando al quarantesimo del secondo tempo, in svantaggio, decide di calciare e regalare la palla agli avversari che così chiudono il match con il possesso? “Beata gioventù” o indifferenza?

Visto che siamo in tema di domande, la Capitolina che ne prende sessantuno e ne fa zero al Calvisano è ancora convinta che andare in Eccellenza da dilettanti puri non sia un modo per togliere un posto ad altri?

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