Salto in meta di Brian Habana
Capita se ne parlasse con amici autorevoli pochi giorni fa e, quando ho visto il filmato Try of the Season, a cura della Aviva Premiership inglese, che propone le sei mete migliori fra le quali scegliere la meta regina del campionato, allora è balzata la classica mosca al naso.
La figura del metaman, meglio però dire “la premiazione di un metaman”, è cosa, a mio avviso, fuori dal modus del nostro sport. Premiare un giocatore perchè ha finalizzato un lavoro che lui stesso ha fatto, molto bene, con almeno altri tre o quattro compagni e generalmente molti di più è uno scimmiottamento della palla tonda che forse potremmo riporre nei nostri cassetti più nauseabondi.
Il video di cui sopra elenca immagini di sei mete senz’altro bellissime, capolavori di stile e di tecnica ma dire che è solo di Dean Mumm dell’Exeter il merito della meta o, in quella di poco successiva, dare la medaglia al finalizzatore Nich Abendanon (Bath) è cosa, secondo me, di modeste dimensioni ovali.
Un certo rugby continentale, in particolare quello francese, sta cercando la via della propria spettacolarizzazione estrema, cerca eroi e drammi, epica ed esempi, cerca insomma canoni che con lo sport hanno poco a che fare e che sono, guarda caso, gli stessi che hanno incancrenito il calcio. La ricerca del metaman rientra, a mio avviso, in questi canoni vipparoli che puntano alla creazione del personaggio prima ancora che del gesto atletico o del movimento di squadra.
Fare la classifica del metaman, addirittura attribuirgli un premio, significa evidentemente aver perso la definizione, quella si regina del nostro sport, che il rugby è prima di tutto un gioco di squadra e che la finalizzazione del gioco è un assolo supportato da un intero concerto con altri quattordici artisti.
Seguire le mode della pallatonda, dalla spettacolarizzazione al divismo e via via discorrendone, è un brutto incedere del quale vedremmo presto i primi nefasti risultati: non fosse bastato il Galles di questa trascorsa stagione per gli eventi che lo hanno coinvolto nella diatriba, ora risolta, sulle Coppe Europee.