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FIR E DINTORNI

GIAN BURRASCA E’ IN CIRCOLAZIONE: IL GIORNO DI VITTORIO MUNARI

gian burrasca

Chissà dove andrà a raccontare la storia del seggiolone; perchè a lui, Vittorio Munari,  piace moltissimo raccontarla quella storiella che un po’ lo inorgoglisce ed un po’ gli da fastidio, la prima cosa perchè lui stesso non si capacita di come ci può stare tanta roba in uno piccolo così e la seconda perchè alla fine il piccoletto però è lui.

Oggi è l’ultimo giorno di contratto di Vittorio Munari alla Benetton Rugby, che non vuol dire sia l’ultimo giorno di Munari alla Benetton e non vuol dire che si sappia dove il padovano da Bassano del Grappa poserà d’ora in poi le sue argute intuizioni e le sue stucchevoli presuntuosità; certo il Veneto, istituzionale e non solo, ha aperto porte e portoni ma la cosa sensazionale rimarrà comunque il suo annuncio di questo inverno, il suo annuncio del quasi-ritiro, confermato con tre sospiri di sollievo dal Presidente Gavazzi.

Il problema del cosa farà Munari non sta infatti nelle credenziali del suo passato ma nelle sue capacità che sanno di futuro, per questo il Presidente Federale solo poche settimane fa ne ha invocato la uscita definitiva dalla Benetton con frasi del tipo “io con lui non voglio averci più niente a che fare” e sostituendo di fatto nel ruolo del “respinto per lesa maestà” il Presidente del Comitato Veneto Marzio Innocenti con il Vittorio. Quest’ultimo ha sapientemente fatto mancare nell’ultimo mese le sue apparizioni forse più per non stuzzicare inutili polemiche, che non gli piacciono quando sono improduttive, che non per scarsa spirito di comunicazione.

Vittorio Munari non è una risorsa per il rugby italiano ma lo è semmai per quello europeo e mondiale, il suo livello di relazioni e di conoscenza è talmente vasto da rappresentare una minaccia solo per “coloro che ignorano” ma che magari comandano; c’è una bella differenza fra raccomandare che gli allenatori della Nazionale e delle franchigie siano italiani punto e stop ed evocare progetti a lungo periodo a guida neozelandese, c’è una bella differenza fra l’andare in giro con il piglio del  “l’etat c’est moit” ed invece  parlare alla gente di fare squadra e puntare sul territorio. Solo per “coloro che ignorano” la differenza è politica , in mezzo c’è invece un sacco di rugby che viene dal campo, la capacità di condensare esperienza trentennale con visione del futuro, di essere discolo a piacimento ma anche molto ambizioso. Sul futuro di Munari tutta la curiosità  di alcuni, che è la paura di altri, sta in quella capacità di parlare dal/del campo e di volere fortissimamente i propri obiettivi.

Gian Burrasca è in libertà: domani, ovunque sia il Munari, la storiella è infatti questa, il terribile esce dal collegio ed ha un sacco di cose da dire e molti aspettano un “comunicato stampa” per sapere quando e come questo accadrà.

Vittorio Munari non è l’eroe salvifico di nessuna causa italica ovale, è una risorsa internazionale marcata Italia, del quale qualcuno si vorrebbe privare a tutti i costi, questo è l’unica cosa che oggi mi fa davvero pensare e mi fa temere per il nostro rugby e questo non ha nulla a che fare con quel comunicato stampa.

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