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PRO14

PRO12 : LIETI COME UN GIAPPONESE AL HARAKIRI

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Lieti come un giapponese pronto al harakiri, questa è l’immagine di come tifosi e stampa hanno accolto le due sconfitte nell’esordio del Guinnes Pro12 di Zebre e Benetton, tutti intenti a sottolineare come fosse un esordio per tutti, una storia nuova, un film mai visto, toni da Nazionale insomma, sono attese le prossime dissertazione sulle sconfitte onorevoli.

In particolare Treviso ha interpretato benissimo il leit motiv lanciato per tutta l’estate, ovvero quello di “vittima designata”, della giovane squadra del giovane coach, delle giovani promesse, del nuovo che avanza, del “bisogna avere pazienza” e cose del genere, la prestazione dei bianco-verdi è stata molto brutta.

Rugby noioso quello che canta le belle gesta e si dimentica che si va in campo per vincere e, anche se è la prima giornata, sta bene denunciare subito la troppa “filosofia” con cui a Treviso hanno trattato la sonora batosta rimediata dagli Ospreys e la apparente mancanza di tensione con cui le  truppe delle Zebre hanno accolto l’ennesimo insuccesso fra le mura amiche. Bravo Andrea Cavinato, nella sua intervista di fine partita, a dare subito conto di questo relax mentale dicendo “..avevamo lavorato in settimana su come dare pressione ai loro ricevitori ma poi non l’abbiamo fatto subendo invece pressione e mete su loro calci d’invio. Lo 0-14 iniziale con la meta presa in superiorità significa che a livello mentale abbiamo sbagliato qualcosa..troppi errori e troppi palloni persi ci sono costati la gara nonostante l’avessimo rimessa in piedi due volte”. Le Zebre hanno fatto punti, tanti, hanno chiuso giocate invidiabili, la formazione in campo era di ottimo livello, la vittoria non è arrivata e, se non si cambiano alcuni aspetti mentali, mai arriverà.

La questione di Treviso è invece quella di un vero dramma, la formazione era inedita e non dirompente, dirlo non fa onore a chi è entrato in campo ma, purtroppo, lo ha fatto capire lo stesso Casellato, troppi assenti fra i top del team trevigiano e così si è potuto assistere ad una triste esibizione degli stranieri Benetton: poca la qualità che hanno portato in campo i vari Christie, Auva’a, Vallejos Cinalli, Ambrosini ed in particolare Harden. Treviso, dopo il primo quarto d’ora di gioco, rimane in balia di Ospreys per il resto del match, volontà e coraggio non bastano, ci vuole anche rugby di alto livello. Suona a Treviso anche un campanello di allarme che si chiama “mischia”. La prestazione degli uomini di mischia ed in particolare della prima linea è stata ampiamente al di sotto della sufficienza, la composizione Harden-Giazzon-Muccignat, quella di partenza, ha dato ampio conto dei suoi pesanti limiti.  Il fatto che Casellato non abbia un “vero” allenatore della mischia a Treviso potrebbe già essere una condizione di peso nella gestione della preparazione dei veneti, il bravissimo Franco Sbaraglini, uomo di campo promosso quest’anno in area tecnica, potrebbe non avere sufficiente esperienza da “coach” per essere la soluzione.

Gli altri se la sono giocata, Edinburgo ha vinto fra le mura del terribile Munster un match al cardiopalma e Glasgow ha fatto lo stesso in casa con i super-campioni di Leinster; la Scozia sbeffeggia l’Irlanda e stupisce un po’ tutti ma per questo è davvero ancora presto anche se è pur sempre un segnale da cogliere, Brunel prenda pure appunti.

E’ partito il Pro12, l’Italia è rimasta al palo, c’è tempo per risalire.

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