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QUESTIONE D'ELITE

IL MENO ECCELLENTE: IL PETRARCA COMINCIA MALE

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La mischia del Petrarca, vero mantra di coach Andrea Moretti – (Foto Franco Cusinato) –

Un proverbio davvero saggio dice “non basta avere ragione ci vuole anche qualcuno che te la dia” e deve essere questo il letto di spine di Andrea Moretti di questi tempi. Si parla di Petrarca Rugby ovvero il team di Eccellenza che, dopo due giornate di campionato e due di Trofeo, è uscito davvero con le ossa rotte, ahimè in tutti i sensi.

Passate le prime quattro partite non è certo tempo di proclami o di bilanci, è davvero presto, ma da quel che si è visto ci si è resi conto che, se il Petrarca è davvero la corazzata che il roster lasciava intendere, bhè allora questa è una cosa ancora tutta da dimostrare. Le prime quattro giornate hanno prodotto non solo un fondo classifica di Campionato come non si vedeva da tempo ed una sconfitta con Mogliano in Trofeo Eccellenza che mette in serio pericolo il passaggio al turno successivo, dubbio che pochi avevano un minuto prima del fischio d’inizio di quel match, ma anche una infermeria stracolma con troppi ragazzi acciaccati e con molte settimane davanti per il recupero.

In campo si è visto un Petrarca a corrente alternata senza vision certa del corso del match, ad esempio con Rovigo, in evidente stato confusionale, ad esempio con Viadana, poco determinato e cattivo nei momenti clou, ad esempio con Mogliano. In generale il Petrarca pare essere un po’ vittima del suo piano di gioco che applica in forma assoluta il vecchio adagio che “le partite si vincono prima con gli avanti“, la cosa lascia poco respiro ai propri tre quarti che sono invece, in questo momento, la parte più virtuosa e visibilmente al top della formazione veneta. Perchè la mischia, in tutte le sue forme. o almeno nelle forme che gli infortuni hanno concesso andasse in campo,  ad oggi non ha mai davvero brillato e mai è stata dominante come piacerebbe al suo coach ed alla tradizione di quelli in nero.

Troppi nuovi inserimenti? Il Petrarca ha introdotto nella rosa, negli ultimi due anni, una dozzina di nuovi giocatori per stagione, cosa da far rizzare il pelo a chiunque, la cosa ha costretto la squadra a rimodularsi,  anche quest’anno, e, bisogna dirlo, si vede eccome. In campo si sono visti chiaramente ed in più occasioni la mancanza di automatismi, la giocata personale oltre il limite consentito, l’affidamento rigido ad uno schema di gioco a scapito della fantasia.

Nuovi anche  gli stranieri, alla mediana Jeremy Su’a è parso davvero notevole, una velocità di esecuzione ed una capacità di attaccare la linea davvero impressionante, ancora da capire se ci è o ci fa l’estremo australiano Jacob Woodhouse. Fra gli altri in prima linea ottimi sono stati gli inserimenti di Luca Bigi e di Cosma Garfagnoli, a fianco del sempre affidabile Piermaria Leso. C’è poi il capitolo “giovani petrarchini crescono” ed è interessante vedere come hanno confermato le positive prestazioni della scorsa stagione ed anche dimostrato di aver fatto un piccolo passo in avanti i “soliti” centri  Francesco Favaro ed Andrea Bettin,  le terze linee Federico Conforti ed Enrico Targa, le ali Mattia Bellini e Simone Rossi. Concentrato, preciso e sicuro è stato Niccolò Fadalti ed un discorso a parte merita Andrea Marcato che è piaciuto molto in questo avvio di stagione, in campo riesce a mettere ordine, riesce a fare davvero la differenza. Bravo. Non ancora a loro agio, con prestazioni ancora non convincenti, Cristian Cerioni, Andrea Menniti-Ippolito e Niccolò Zago.

Nonostante tutti questi buoni numeri in più occasioni in campo al Petrarca è mancata la leadership,  il trascinatore totale, colui che fa la scelta difficile e vincente, è mancato il carattere. Forse vale il fatto che l”età media del Petrarca di oggi è davvero bassa, il più “vecchio” ne ha forse 26, ma la cosa vale per quasi tutta l’Eccellenza; forse invece i ragazzi del Petrarca devono rendersi conto che hanno esaurito il bonus “gioventù”, molti di loro sono al terzo anno nel massimo campionato italiano: adesso tocca ai risultati.

In casa Petrarca il bilancio è triste, nel periodo pre-stagionale  si era diffusa per l’ambiente petrarchino una certa vitalità, la stagione partiva con un inusuale dinamismo nell’aria, a parte l’irrintracciabile Vittorio Munari che molti danno in status letargale. La doccia fredda degli scarsi risultati depositata su queste frizzanti aspettative è il vero danno procurato dall’avvio di stagione del team di Andrea Moretti, non è poco in verità. C’è tempo per rifarsi.

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