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FIR E DINTORNI

C’E’ FRANCO ASCIONE ALLA GUIDA TECNICA DEGLI ARBITRI ITALIANI

Da queste parti è stato scritto e chiesto “indipendenza” per gli arbitri italiani, la FIR aveva pure risposto a “Il Nero Il Rugby e così abbiamo realizzato un dibattito positivo sulla cosa. Ora si torna a parlarne, tanto per essere precisi. 


ascione

Franco Ascione

Il nome preciso preciso è Francesco, napoletano classe 1959, sta in FIR circa dal 1995 e fa parte della struttura di comando dell’area Tecnica FIR dal 2002, mese più, mese meno. Insomma Ascione è una di quelle figure che “ci sono sempre state”, nel senso che si fa troppa fatica a guardare indietro per vedere se c’è stato qualcuno prima di lui ma soprattutto lui c’è sempre stato da quando il rugby italiano gioca abitualmente con quelli che contano.

Francesco Ascione da tutti e da sempre chiamato “Franco” è una istituzione del rugby italiano, di lui è stato scritto molto e fra le molte cose anche sul contestatissimo “progetto statura”, è una figura importantissima ma anche discreta e defilata in FIR, in altri ambienti si parlerebbe di “eminenza grigia”.

Sotto Ascione sono passati e passano tecnici e giocatori, scuole ed accademie, direttori sportivi e presidenti, molti finanziamenti federali, mancavano gli arbitri ed ora eccoli qua, passati sotto la sua guida tecnica a fronte della riforma tanto sostanziale quanto sottaciuta della struttura arbitrale italiana.

Certo il Presidente del vecchio Cnar, ex struttura indipendente dei fischietti del rugby, è Maurizio Vancini, ma il capo di Maurizio Vancini ora non è più il Presidente Federale, questo è il passaggio fondamentale,  ma quello che ora si chiama “Head of Technical Services” ovvero Franco Ascione, è lui che ora detiene l’indirizzo tecnico degli arbitri italiani. Il Presidente del Cnar, ora Maurizio Vancini,  mantiene rappresentanza ed amministrazione del mondo arbitrale.  Questa è la struttura che gli arbitri italiani avrebbero comunicato recentemente agli organismi europei del rugby.

A fianco di Ascione e di Vancini con una sua struttura separata c’è Giulio De Santis, Capo dello sviluppo degli Arbitri, se preferite in inglese “Referres Development Officer“. De Santis è il capo della struttura degli arbitri di Elite, ovvero della decina di arbitri internazionali e dei poco meno di trenta che stanno nella Accademia degli Arbitri. Tanto per capirci possiamo dire che Alain Colm Pierre Rolland, ovvero il famoso arbitro internazionale irlandese che il Board ci ha affidato per sostenere la crescita della Elite arbitrale italiana, si confronta con De Santis.

A capo di tutto questo la struttura Tecnica guidata da Franco Ascione, un uomo di comando, non una controfigura, uno che il rugby lo conosce bene, lo mastica da sempre, un rugbista prima che un tecnico, uno di grande esperienza e che ha una sua idea sull’assetto degli arbitri in campo.

Ecco quindi realizzata la fusione fra arbitri e tecnici, fra Cnar ed ex-CTF, una fusione che è un vero evento ma che non ha avuto presentazioni ufficiali, non ha avuto i fasti di conferenze stampa o di comunicati stampa più o meno altisonanti, lasciateci allora la facoltà che ci si possa chiedere il perchè.

Gli arbitri non sono più indipendenti, non sono più totalmente autosufficienti e autogestiti, questa è la nuova filosofia della FIR. Essa prevede una integrazione nella acquisizione degli aspetti tecnici, una commistione tecnica fra chi il rugby lo gioca e chi lo “fischia”, una unica filiera nella acquisizione dei parametri tecnici basata non sul confronto fra le due categorie, arbitri e tecnici, ma sulla integrazione fra le due con un vantaggio lasciato alla sezione Tecnica. Avremo tempo per commentare questa decisione, questa nuova strada intrapresa dalla FIR, legittima e coraggiosa, vedremo quali saranno i risultati e poi semmai ne faremo oggetto di commenti.

Per adesso interessa sapere perche Maurizio Vancini nega questa svolta nel mondo del rugby italiano, perchè non la racconta apertamente, perchè quando gli chiedono della “persa indipendenza degli arbitri” devia il discorso sulle designazioni e sul reclutamento, sarà che anche a lui questa cosa non piace? Ce lo dica e dia le dimissioni dalla sua Presidenza. Gli piace? Ce lo dica e collabori apertamente e senza riserve con Ascione.

E’ sbagliato chiedere piena e totale trasparenza agli arbitri? O forse dagli arbitri è la prima cosa che ci si aspetta?

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