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OTTIMO TREVISO! FOCUS (SOCIETARIO) SULLE ZEBRE

GPRO12 15

Se fosse la volta buona? La vittoria di Treviso contro i Blues di Cardiff non ha avuto il sapore dell’evento eccezionale, non ha avuto la piega della giornata giusta da sfruttare, sembrava una cosa cresciuta e pronta ad esplodere, se fosse la volta buona? Il boom boom messo in campo dagli uomini di Casellato nel primo tempo, portato avanti con un rapido e coordinato gioco alla mano, costruito con quattro mete già nei primi quaranta minuti e poi una serena gestione dei secondi quaranta a difendere per arginare la voglia gallese di non essere lo sparring partner di turno; ma Cardiff non è stato questo, i Blues hanno perso la sfida e, per una volta, non c’è altro da dire. Punto e basta.

Non è la prima volta che viene da scriverlo ma in questo Benetton c’era tanto Casellato, tocca dirlo ancora al punto da far sembrare questo spazio web ripetitivo e Umberto Casellato un metodico, cosa che quest’ultimo non è. E’ vero però che il rugby immaginato dal Coach trevigiano è, in buona parte, quello che si è visto in questo turno di campionato perchè se le cose girano per il verso giusto Casellato è in grado di portare successo anche con avversari decisamente tosti ma soprattutto predilige il gioco arioso e multi-soluzione, insomma vuole divertire ed il primo tempo è stato decisamente così. Una considerazione a se meritano anche i migliori dei biancoverdi perchè, per una volta, è piaciuto pure Ambrosini anche se la palma dei “super” va a tre giovani, questa è una gran cosa: Bacchin, Zanusso, Barbini. La sfida è aperta, Treviso sa che si può, speriamo i fantasmi siano alle spalle.

Le Zebre giocano solo un tempo, siamo un po’ alla solita cosa, ci viene da ricordare che le partite di minuti ne durano ottanta ma, per questa volta, gli zebrati avevano giustificazioni comprensibili. Cosa principale è che in panchina non c’era Cavinato, dimissionato insieme al Direttore Sportivo Manghi dopo la ormai tristemente celebre scazzottata. Questa cosa pesa però su un ambiente che ha già visto un Team Manager, Fabio Ongaro, andarsene con un finto sorriso sulle labbra, ha visto la sospensione interna di alcuni giocatori per indisciplina nei confronti del Club e dei compagni, ha portato zero risultati, non vince dal 29 novembre, è ultima con Treviso sopra di otto punti e, pare evidente, non è riuscita a convincere nessuno sul piano del gioco.

In questo quadro di disperazione la FIR per bocca del suo consiglio federale ha messo in campo l’opzione “chiudiamo tutto ed andiamo altrove”, ovvero ha detto a Parma ed al Nord-Ovest che, se non vengono trovati soldi ed imprenditori che si accollino le Zebre e le facciano diventare la copia speculare, societariamente parlando, della Benetton Treviso di quest’anno, contributi federali compresi, si smonta tutto e si rimonta da chi vincerà un bando di gara appositamente emesso. Il titolo sportivo delle Zebre va a Roma? O va a Milano? Magari non proprio Milano-Milano ma appena un po’ fuori e non mi riferisco alla provincia di Brescia?

E’ così che, mancando argomenti tecnici, anche quest’anno le Zebre si distinguono solo per quelli politici, cuociono un altro coach, questa volta italiano, e si prestano ancora a diventare argomento di schermaglie elettorali il cui culmine sarà con il rinnovo degli organismi FIR nel 2016. In verità gli ottimisti dicono che il dado pare tratto e quella della FIR è solo una trovata per muovere le acque, le tre settimane date a Parma per prendersi le Zebre dovrebbero avere un finale di gran successo per la città emiliana. Mah.

Una sola riflessione il caso Zebre la merita. Perchè esistono queste Zebre? Si, è una domanda non una riflessione ma, diciamola tutta, è una domanda a cui in pochi sanno davvero rispondere, le cose che hanno raccontato quando è nato questo team sono state smentite dai fatti, è rimasta la domanda, una domanda che fa pensare.

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