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REGOLE ED ARBITRI

SE LA META VALESSE SEI ED IL CALCIO DUE? IL RUGBY FA ESPERIMENTI

Castrogiovanni in meta

Castrogiovanni in meta

Se la meta valesse sei punti e tutti i calci solo due? Non è fantascienza ma è l’esperimento che World Rugby ha destinato, tanto per vedere come va, al prossimo massimo Campionato gallese.

La notizia è di quelle che portano chiunque a non farsi mancare il tipico “cosa sarebbe se” e figurarsi se ne facciamo a meno da queste parti. Cosa sarebbe quindi se il divario di punti fra la realizzazione di una meta e la realizzazione positiva di un qualsiasi calcio (drop, piazzato per punizione o per trasformazione) si allargasse al doppio del valore del calcio stesso?

L’indicazione che viene dagli estensori di questa potenziale novità pare essere chiara: ridurre il numero di match tattici basati sulla realizzazioni di calci. In altri termini si dovrebbe vincere sempre meno per la indisciplina altrui a meno che questa non porti allo scopo originario del gioco ovvero passare la linea avversaria della meta. Quest’ultima eventualità si è decisamente rarefatta negli ultimi anni contrassegnati da difese fortissime alle quali si era pensato di contrapporre una logica di attacco molto veloce, il Sud del mondo ne è stato maestro. Abbiamo allora visto squadre attrezzarsi con maggiore intensità sulle linee dei trequarti, anche in Italia alcuni allenatori si sono gettati a capofitto sul gioco alla mano, un gioco largo in apertura alla ricerca di spazi sicuramente spettacolare ma non sempre efficace.

E’ parso però generalmente evidente che, almeno negli alti livelli e soprattutto fra i team Nazionali, la copertura dello spazio è spesso ben articolata e gli Speedy Gonzales di turno hanno quindi dato moderate e spesso isolate soddisfazioni.

Trincearsi dietro il fallo del placcatore avversario o nel suo fuorigioco, con le innovazioni che verranno sperimentate in Galles non sarebbe più una buona idea, i team si vedrebbero costretti a studiare sempre più i piani di gioco che portino al bottino grosso, il motto “primo non prenderle” andrebbe  in disuso.

Posto che dell’argomento si potrebbe star qui a scriverne fin troppo a lungo limitiamoci ad aggiungere solo un altro paio di elementi, due che però giocano fortemente contro questa apertura del divario-punti fra meta e calcio.

Il primo è il problema della indisciplina che vedrebbe diminuire il peso delle sue sanzioni. Il gioco potrebbe imbruttirsi da tutti i punti di vista, alcuni particolari falli potrebbero diventare veniali nel corso di una partita, si ha la sensazione che potrebbe nascere intorno alla indisciplina una sorta di tatticismo decisamente sgradevole.

L’altra preoccupazione è relativa al gioco della mischia. Già negli ultimi anni la attenzione a questo elemento fondamentale del rugby union è decisamente vacillata, questo diverso livello di impostazione del punteggio potrebbe non essere un vantaggio per questa spinta otto contro otto che, oggi come oggi, conquista poco spazio ma procura diversi calci a chi riesce a sovrastarla. Un gioco spinto in maniera eccessiva verso la realizzazione della meta potrebbe non fare bene alla mischia come strumento tattico (per la gioia dei palati meno fini del nostro rugby), gli stessi piloni potrebbero assumere qualche compito nuovo, una cosa un po’ troppo “League”, tanto per intenderci.

Staremo a vedere o meglio lo vedranno i gallesi, ce lo diranno anche loro se e come dovremo cambiare il pallottoliere.

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