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FORZA RUGBY

CHI GIOCA IL MONDIALE? L’ELEGGIBILITA’ DA I NUMERI E FA PENSARE

Rugby : Conference de presse - Coupe du Monde - 06.09.2011 -

Bernard Lapasset Presidente di World Rugby si è già dichiarato contrario alle attuali norme di “eleggibilità”

La notizia: il Sudafrica per il prossimo match contro la Scozia non avrà il vantaggio delle chiamate della rimessa incomprensibili all’avversario nonostante l’uso della lingua afrikaans, fra i giocatori scozzesi ci sono infatti tre sudafricani che comprendono benissimo l’idioma boero. Tre sudafricani giocano con la Scozia?

Si è parlato spesso del tema della eleggibilità, ovvero delle norme sportive stabilite da World Rugby affinchè una Nazionale possa “assumere” un non nato sul proprio territorio fra le sue fila, ancora di più però ha fatto il portale Rugbymeet che si è fatto due conti e, pochi giorni prima iniziasse il Mondiale, ha pubblicato per ogni Nazionale la lista dei suoi “eletti” ovvero, repetita iuvant, i giocatori che ne fanno parte ma non sono nati nel paese che questa rappresenta.

La prima conclusione è stata che solo l’Argentina ha convocato 31 ragazzi tutti nati sul suolo patrio, gli altri hanno tutti almeno un non-nativo, persino gli All Blacks hanno fra le proprie file due australiani, un tongano,  un figiano ed un american-samoa. L’appetito vien mangiando e da queste parti si è voluto vedere allora chi gioca il Mondiale, da dove vengono i 620 ragazzi convocati per il Mondiale dalle 20 Nazionali presenti? Non si può dire di aver trovato delle vere e proprie sorprese ma i numeri sono illuminanti.

Al Mondiale ci sono di fatto due Nazionali neozelandesi, se agli All Blacks nativi si aggiungono gli “eletti” i suoi ragazzi al Mondiale sono infatti 65. I sudafricani sono 45, nella propria Nazionale sono 30 (1 è nato in  Zimbabwe) e 15 i suoi nativi sparsi in 10 altre Nazionali fra cui Scozia, Francia, Italia, Canada, Irlanda, Inghilterra, Namibia. Gli “inglesi” al Mondiale sono 43 mentre gli Australiani 38, questi ultimi su 31 convocati nella propria Nazionale hanno solo 22 nativi, hanno poi eletto neozelandesi (4) figiani (2), Papua Nuova Guinea, Arabia Saudita, e Zimbabwe (1 a testa). Gli australiani hanno però ben 16 loro nativi distribuiti in altre otto Nazionali: Tonga (3), Galles (1), Giappone (1), Italia (2), USA (4), All Blacks (2), Inghilterra (1), Fiji (2). Il caso “Australia” fa pensare.

Ma chi gioca al Mondiale? Tutto questo eleggere lo straniero di turno a cosa porta? Porta davvero a quanto ha segnalato Bernard Lapasset, gran capo di World Rugby, ovvero un appiattimento del gioco su canoni circoscrivibili ad una unica zona del mondo? Pare di si.

Gli europei al Mondiale portano 8 Nazionali (il 40% delle 20 totali) ma hanno solo 218 ragazzi (35% del totale), gli oceanici sono 182 (29% del totale) ma portano solo 5 Nations (25%). Fin qui il dato non sembra esplosivo ma vediamo ora la cosa più…  rugbisticamente. L’area del Sei Nazioni (6 Nazionali, 30% del totale) porta al Mondiale 156 suoi nativi (25%) mentre l’area del The Championship (4 Nazionali pari al 20%) porta al Mondiale 184 ragazzi (30%), quella della Pacific Cup (Tonga, Fiji, Samoa, Giappone, USA, Canada) 146 (23%) solo dieci in meno del Sei Nazioni.

L’Europa importa tanto e non esporta. Non esporta nemmeno allenatori, dirigenti e modelli di crescita sportiva, nemmeno la Francia dei nababbi fa tendenza semmai il contrario, è solo un “mercato” da conquistare.

Il ricchissimo rugby francese infatti porta al Mondiale solo 21 suoi ragazzi nativi, dieci li ha “eletti” da fuori per la sua nazionale e nessun francese gioca fuori dal suo confine, come per l’Italia che però di suoi nativi ne ha 22, il tricolore italico ha un giocatore in più dei francesi ed anche questo è un piccolo segnale.

“Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato.” (Albert Einsten)

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