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SERIE A ELITE

ECCELLENZA: LA DIFFERENZA C’E’ E SI VEDE

ECC 20152016 14

Le prime quattro se la giocano un po’ fra di loro perchè, lo abbiamo già scritto, c’è un divario notevole fra loro e le altre sei di questa Eccellenza, anche fra le prime quattro c’è però una differenza, si vede e ne fa emergere anche altre, più grandi.

Chi ha definitivamente santificato questa differenza è proprio il Petrarca che, con la cocente e meritata sconfitta di San Donà, ha mostrato il lato fragile di una macchina altrimenti ben organizzata e divertente da vedere, una macchina che si è rotta troppo presto e per la quale si può parlare adesso di crisi “nera”. Sono i primi di gennaio gli uomini di Cavinato vincono con il Viadana in casa, una prova convincente, l’ultima, segue sconfitta non recriminabile in una brutta partita con il Mogliano ed altra sconfitta nel derby con i forti rossoblù di McDonnel. Undicesima giornata il Petrarca vince male ed in rimonta contro L’Aquila. Seguono tre imbarcate micidiali, prima Calvisano con la indegna sceneggiata arbitrale che salva i calvini ma con un Petrarca che si dimostra poco concreto, poi il pareggio con le Fiamme Oro che sa di regalo da parte dei poliziotti e la sconfitta con un San Donà certo al di sopra delle sue normali prestazioni ma tutt’altro che inaccessibile. E’ crisi Petrarca, crisi di gioco, crisi di mischia che soffre un po’ con tutti e di errori a ripetizione che interrompono pregevoli azioni in velocità. Petrarca decisamente claudicante che se continua così….. .

Vero è che Cavinato sta facendo molto turn-over, gioca un rugby piacevole, dinamico e produttivo, difficile da sostenere in campo e che, proprio per questo, a volte regala spiacevoli sorprese, caso tipico la sconfitta patita in “contropiede” da San Donà. Il Petrarca gioca un rugby più “moderno” esattamente il contrario dell’affermatissimo Mogliano contro il quale, proprio per questo motivo, si è scagliato il DS rossoblù Bettarello dopo il match vinto contro i biancoblù lo scorso fine settimana. Bettarello ha parlato addirittura di “antigioco” riferendosi al gioco di Galon & Properzi e del resto come dargli torto, questo Mogliano ha poco a che fare con quello dello scudetto. Però questo Mogliano, a tratti lento ed involuto, vince e la verità sta sempre da quella parte; solo due match negativi uno dei quali è ancora pendente davanti ai “tribunali” federali, sul campo di sconfitte il Mogliano ne ha ora solo due, dal Calvisano oltre a quella recente con Rovigo.

Poi c’è Rovigo che, uscito Frati, ha sposato il rugby schiacciasassi di McDonnel, tutt’altro che piacevole ma produttivo, è infatti +296 la differenza fra punti fatti e subiti di Rovigo, 90 in più della capolista Calvisano, uno splendore per Ferro & Co. Sul livello qualitativo dei bresciani c’è invece poco da discutere, certo fra le tante qualità gli uomini di Brunello hanno dalla loro la grandissima capacità di saper “leggere” l’arbitro in campo; molte, forse troppe, le vittorie sul filo di lana per i calvini, vittorie tessute sulla interpretazione di quello con il fischietto. Calvisano squadra tutta peso, gioco duro ed esperienza, un team che sa sempre mettere una pezza su una interpretazione di gioco a volte davvero assolutamente fragile.

La differenza c’è e si vede, fra le quattro ma anche fra il passato ed il presente di ognuna di esse, fra prof e semi-prof, si vede però più di tutto nell’approccio con il rugby, paradossalmente quella più in crisi è quella che guarda più avanti in termini di gioco, quella che sta in cima gioca un rugby forse già archiviato, quelle in mezzo saprebbero forse fare l’uno e l’altro ma poi c’è il fattore utilitaristico che fa pendere l’ago della bilancia.

La differenza c’è e si vede ed è qui che manca la “direzione”, la scelta del rugby che vogliamo, del rugby che si vuole e di deve pretendere da questa Eccellenza.

Ha detto Bettarello di Mogliano : ”  … si è rifugiato in un gioco chiuso. Ha rallentato molto il ritmo, complice anche il regolamento che glielo consente .. nei cambi lentissimi, effettuati con maestria dal loro punto di vista, ma al limite dell’antigioco, che hanno fatto perdere tanti minuti per una partita di alto livello come è questa nel campionato d’Eccellenza”. Chi è senza colpa scagli la prima pietra, caro Bettarello, ma in tutti i casi sono osservazioni già fatte molte volte anche da altri e che hanno rilevanza eccome.

Manca la “direzione” ovvero manca una Federazione che studi e programmi, manca completamente un settore tecnico della FIR che sia degno di questo nome, . Ecco la differenza che si vede di più.

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