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FORZA RUGBY

CASELLATO: TECNICA PERFETTA, COSI’ SI PREPARA IL RUGBY DEL FUTURO

umberto casellato

Umberto Casellato dalla prossima stagione Head Coach Fiamme Oro

Umberto Casellato è uno dei Coach più preparati del nostro panorama, dopo l’esperienza celtica rientra dalla prossima stagione nel massimo campionato italiano alla guida delle Fiamme Oro. Il Nero Il Rugby lo ha interpellato per continuare ad affrontare il tema della “velocità” nel rugby moderno. Il punto di partenza è un pezzo di qualche settimana fa su questo spazio web intitolato “Velocità: deriva League, contagio Seven, futuro del XV o  moda“. Abbiamo chiesto ad Umberto Casellato di leggerlo e di commentare l’argomento rispondendo a qualche domanda. Ecco il risultato:

Stefano Franceschi: Domanda d’obbligo, Fiamme Oro per la prossima stagione… con nuovi arrivi di gran lusso… ti sei già fatto una idea della strada da percorrere con tutti questi ragazzi? 

Umberto Casellato: Inizieremo questa nuova avventura il prossimo 6 giugno e con lo staff abbiamo già tracciato la strada da percorrere, programmando anche delle amichevoli particolarmente impegnative che potranno darci le prime risposte su questo gruppo di giocatori. C’è molto entusiasmo in tutti e non vediamo l’ora di iniziare.

SF:Velocità, velocità, velocità… il gioco veloce pare sia un must dell’emisfero sud o forse è una mancanza di quello nord? Quale sarà il futuro del rugby da questo punto di vista secondo te?

UC: Guardando la partite di Super Rugby, sembra di assistere ad un altro sport. A mio avviso andrebbero fatte due considerazioni: innanzitutto riguardo al clima, perché in quel lato del mondo le condizioni meteo sono sempre ottimali o quasi , poi sulla durata delle competizioni, perché  tutti i campionati nell’emisfero Nord durano ben 9 mesi , il super rugby la metà !! Questi sono due fattori che incidono in maniera determinante sulle performance individuali e di squadra .

SF: Velocità e fisicità insieme sono un mix distruttivo, fino a che punto il rugby a XV può reggere questo nuovo mix di gioco? 

UC: A questo proposito, è obbligo per tutti gli allenatori dei settori juniores soffermarsi quasi maniacalmente sulle skills di base, dove si verificano la maggior parte degli incidenti: il placcaggio e l’area del breakdown . Dobbiamo mettere in sicurezza l’atleta e questo lo si fa insegnandogli una tecnica perfetta. Questo è l’unico modo.

SF: Tutta questa “velocità” a volte mette in discussione la principessa del nostro rugby: la mischia. Come si può recuperare il sapore di questa fase bellissima? Non c’è forse il rischio per il XV di una deriva League o Seven? 

UC: Il rischio c’è perché la mischia sta sottraendo minuti effettivi al gioco. Una soluzione potrebbe essere quella di obbligare le squadre a tallonare la palla e a non giocare per la penalità e la spinta ad ogni costo.

SF: Che differenza c’è fra tutto quello che abbiamo detto fino ad ora ed il tuo Mogliano che vinse il Campionato italiano di Eccellenza?

UC:  A Mogliano avevamo creato una squadra molto confidente, a volte anche oltre il normale (cosa che, per varie ragioni, non sono riuscito a fare con Treviso). Volevamo lasciare un’impronta importante, fare un qualcosa che un giorno avremmo ricordato tutti, giocando un rugby veloce alla mano e contando che chi difende commette più falli e fa più fatica di chi attacca. Siamo stati bravi e fortunati. Ma i ragazzi sono stati dei protagonisti eccezionali.

Idee chiare di chi ha sempre cercato in quel tipo di gioco una formula vincente. Un grazie ad Umberto Casellato ed un “in bocca al lupo” per la prossima stagione in cremisi.

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