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AFFARI ESTERI

CAMPIONATO PER CLUB: UN FUTURO PER L’ITALIA

Il fortissimo Billy Vunipola alla carica in Premiership 2016

E’ cominciato il 21 agosto 2015 e finirà con la finale il 24 giugno, è il Campionato francese di rugby, il TOP14, bello ed impossibile per quasi tutto il mondo ma anche lungo e logorante, toglie il respiro, in tutti i sensi.

Il TOP14 è il sogno di molti appassionati italiani ma non solo, i diritti televisivi di questa lunga kermesse si vendono un po’ in tutto il mondo, ultimamente un accordo è stato raggiunto dalla Ligue anche con diversi network giapponesi. Uno sguardo al campionato transalpino in Italia c’è eccome, spesso condito di gran clamore. Eppure è un campionato quasi regionale, dei 14 team tolti i due parigini gli altri sono tutti dislocati nel sud della Francia, i più a nord quest’anno i centralissimi La Rochelle e Oyonnax. Il Top14 ha diversi Club in perenne lite con la Federazione, in palio c’è la supremazia politica.

Sono invece 12 i team della Aviva Premiership Rugby inglese, campionato che quest’anno è iniziato il 16 ottobre ed è finito, con una meravigliosa finale a Twickenham di fronte a 77.000 spettatori, il 28 maggio. Saracens campioni di Inghilterra. E’ un campionato con una immagine più votata allo sport in se che non al businness, cosa che comunque non disdegna, sicuramente, rispetto ai francesi, più orientato verso la Nazionale del proprio paese, verso il mantenimento di una leadership planetaria nazionale che non verso la notorietà spinta di un proprio club. I team londinesi, dopo la migrazione Wasps verso Coventry,  sono attualmente 3, del resto nella capitale vive oltre il 16% della popolazione inglese e la grande passione per il rugby abbraccia molto di più questa capitale che non quella di oltre Manica.

Perchè questo breve riassunto dei due maggiori campionati continentali? Nessuna velleità di realizzare parallelismi con quello italiano di Eccellenza, non avrebbe senso, le condizioni sono molto diverse, troppo. Cercare però di prendere da queste due realtà alcuni elementi caratteristici per tradurli nella nostra realtà non è un esercizio così vano.

Siamo nel periodo elettorale per il rinnovo delle massime cariche FIR e trovare alcune sintesi è necessario. Da queste parti continueremo a ribadire la necessità di un campionato italiano di Alto Livello, con ingresso condizionato (budget, professionismo, infrastrutture, team giovanili ecc…), gli esempi qui sopra ci insegnano che può essere un campionato per club votato a creare talenti per la Nazionale, avere una vocazione territoriale e creare eventi di ampio richiamo, uno per tutti la finale,  che si sommino a quelli azzurri.

L’Eccellenza italiana ha 10 team, cosa che da queste parti si è sempre difeso, ma la realtà attuale insegna che forse all’inizio possono essere meno. Il ProRugby americano è iniziato quest’anno con soli 5 team. La durata di un nuovo campionato di Eccellenza può essere più concentrata, fino a 5 o 6 mesi, come ci insegnano nell’altro emisfero, e lasciare poi spazio a Test Match, Tornei Seven e magari ad una Coppa Italia che ci faccia dimenticare il Trofeo Eccellenza attualmente in vigore.

L’esperienza Pro12 non va cancellata ma è stato chiaro in questi anni che non è assolutamente sufficiente. Abbiamo bisogno di una sostanziale revisione dei Campionati per Club a partire dall’Eccellenza e di conseguenza la Serie A.

Il rugby italiano ha bisogno di crescere, tutto e tutto insieme, le formule che non hanno funzionato vanno serenamente cambiate. Non si mantenga per amor di politica e di “cadrega” quello che non ha dato risultati positivi. Ci vuole un po’ di coraggio ed un programma serio.

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