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QUESTIONE DA PRO

IAN MCKINLEY: CORAGGIO TENACIA E TALENTO IN PRO12

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Ian McKinley con la sua maschera-occhiali in maglia Benetton Rugby

Lo scorso turno di Pro12 riserva alla Benetton la sconfitta di prassi ma anche punti di bonus ed un paio di soddisfazioni tecniche; Cardiff però non ha vinto e semmai sono i biancoverdi ad aver regalato la partita ma dallo staff trevigiano arrivano invece dichiarazioni quasi positive, ci dicono che le cose andranno. Aspettare.

Le Zebre perdono in casa con Leinster, prendono una strapazzata ma fanno vedere che in campo ci sono lo stesso. In verità quelli di Parma giocano solo un tempo poi il crollo forse più della testa che nella tecnica lascia il risultato noto. Anche se non si sa bene cosa anche qui vale una parola: aspettare.

Questo turno di campionato ha però consacrato definitivamente un vero astro del rugby giocato in Italia,per scrivere di questo non c’è più da aspettare,  un tipo che ne ha passate di tutti i colori ma che non si è mai arreso, si chiama Ian McKinley, un gran talento del rugby, un piccolo genio della palla ovale.

Ian McKinley lo conosce bene chi frequenta l’Eccellenza, ha giocato a Viadana ed ha fatto impazzire le difese avversarie, gioca con il numero 10 ma anche centro, è un tipo eclettico, tutt’altro che protagonista, votato al gioco corale, palla in mano è capace di attaccare la linea ma anche di lanciare i compagni creando anche varchi con il suo piede, sposta la palla velocemente, rari i problemi di handling. Ian ora è alla Benetton e tutte queste cose le ha messe in campo in questo Pro12, nell’ultimo match contro i Blues le mete sono quasi tutte una sua “costruzione”. Bravissimo.

IanMcKinley giocava nel Leinster quando, per un grave incidente di gioco, una tacchettata, gli venne danneggiato un occhio dal quale praticamente non vede più. Era il 2011 e Ian fu costretto a smettere il suo rugby. Poi arrivò in Italia ad allenare Udine in Serie C, è in quel tempo che suo fratello gli procura un paio di occhiali speciali e, grazie a quelli, può riprendere il campo, ma non nella sua Irlanda che non ammette quella maschera sul viso. Gioca allora in Eccellenza con Viadana ed è sempre ottimo. Poi il suo paese apre le porte alla sperimentazione della sua maschera e per lui si aprono contemporaneamente quelle del Pro12.

Costretto ad allenamenti molto particolari giornalieri per sviluppare la sua vista laterale, unico modo per poter vedere e giocare davvero, Ian è prima che un talento del rugby un campione di serietà e di perseveranza. La sua maschera, per quello che rappresenta in termini di sport ma anche di sofferenza e di tenacia, deve essere un esempio per tutti.

Ian McKinley ci ha dimostrato che per volere una cosa prima di tutto bisogna amarla davvero, ora sta facendo un grande campionato in Pro12 e per questo oggi gli diamo la copertina che merita.

Grazie Ian.

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