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QUESTIONE D'ELITE

CLUB EUROPEI: SENZA L’ITALIA NON C’E’ ALTERNATIVA?

BENETTON BAYONNE

La fredda logica dei numeri di questo trascorso fine settimana di rugby europeo dice alle italiane diverse cose ma un altro paio di cosine le suggerisce anche agli altri europei di EPCR, proviamo a scavare.

Innanzi tutto, in European Rugby Challenge Cup Qualifying Competition, le congratulazioni vanno a Mogliano che arriva in testa al suo girone e passa il turno, va agli spareggi per giocarsi l’accesso alla Challenge Cup il prossimo anno. Gli altri che passano sono i russi del Krasny Yar.

Arriviamo in Challenge Cup, complimenti sinceri al Benetton che mette sotto per la seconda volta il Bayonne (21 -17), dimostrando che la penultima in classifica del Top14, anche se per l’occasione forse un po’ “demotivata” e rimaneggiata, viene battuta dall’ultima in classifica del Pro12. Le Zebre hanno preso l’ennesima batosta, questa volta dal Tolosa (54 – 15) e allora però potremmo dire che la nostra penultima in classifica del Pro12 non vede nemmeno in lontananza la settima in classifica del Top14,

Le nostre di Eccellenza hanno invece ancora una volta dimostrato la enorme distanza fra il nostro rugby e quello di Belgio, Spagna e Germania, ovvero i team con i quali hanno giocato il loro torneo. E’ la seconda volta però che una squadra russa ci ruba la scena e questo è un dettaglio che suona come un campanello di allarme importante. In principio fu Enisei STM, altri russi che, tra l’altro, batterono proprio Mogliano il 4 aprile 2015 nella fredda Krasnodar.

I nostri amici europei, quelli con i quali condividiamo il Sei Nazioni, in testa francesi ed inglesi, si sono molto lamentati in passato  del fatto che le nostre squadre non fossero sufficientemente competitive nei tornei continentali. Adesso hanno rumeni e russi in Challenge Cup, come è andata? Quelli del Timisoara hanno perso 75 – 3 dagli Harlequins quest’ultimo fine settimana, sono ultimi in classifica, 23 punti fatti e 203 subiti in 4 match. Uno strazio. Vanno meglio i russi Enisei STM che hanno già vinto 2 partite, Worcester e Dragons, e perso due volte con Brive.

La stessa fredda logica dei numeri suggerirebbe inoltre una sbirciatina alla consistenza di alcuni club di Top14 e di Premiership. Mah.

Risultato di questo sproloquio di vincenti e perdenti? EPCR con il suo arrivo ha ben delimitato lo scenario, ha messo francesi ed inglesi in carrozza, ha dato una ridimensionata al Pro12, che però si dimostra ugualmente altamente competitivo, e dato un declassamento generale alle italiane. Dietro le quali però c’è generalmente il vuoto. Giusto i russi sono un punto di domanda ma, va detto, condizioni di gioco nei loro stadi (clima) e numero di spettatori non coincidono ancora con la fascinosità voluta da EPCR.

Il futuro del rugby europeo per club non si vede all’orizzonte, francesi ed inglesi si saranno pure chiusi nel fortino ma il rugby europeo così non cresce. L’Italia in passato ha mancato i suoi appuntamenti, è vero, ma non emerge una alternativa valida e di uguale respiro, quindi ci sono ancora spazi da occupare, posizioni da contrastare, insomma non tutto è perduto. A patto però che ci si metta in marcia, lo facciano i club di Eccellenza ma soprattutto si faccia una seria riflessione sulla attuale posizione dei nostri club in Pro12 perchè da quelle parti così proprio non va.

Se vogliamo però possiamo partire dal fondo e farci subito la domanda più facile:  ha davvero senso per noi la “Qualifying Competition“?

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