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QUESTIONE D'ELITE

CAVINATO: FISCHIETTI, SABATO TUTTI ALL’IKEA. LA RISPOSTA DELL’ARBITRO.

gpcel

Giampaolo Celon

Trattasi di Andrea Cavinato e di una intervista che ha rilasciato a Rugbymeet, una cosa nella quale il Coach del Petrarca Rugby, accostamento da contratto, tratta di molti argomenti e parla anche degli arbitri.

Nell’occasione il Coach trevigiano divide gli arbitri in categorie, i “giovani emergenti” che sono corretti e costruttivi ed i “non più giovani”, emergenti di una volta, che sarebbero supponenti e refrattari alla collaborazione in campo. Detto questo il Cavinato dice:” E poi c’è un discorso più ampio da fare. Quello dell’autoreferenzialità della categoria. Gli arbitri si valutano e si giudicano fra di loro, quasi sempre assolvendosi. Come i magistrati. Insomma… E non mi vengano a dire che, essendo dilettanti e poco pagati….” L’intervistatore gli ricorda che in effetti sono dilettanti poco pagati e lui allora rincara la dose:” Bene, allora il sabato lo trascorrano all’Ikea o al centro commerciale con la famiglia, e non su un campo da rugby a mettere in crisi il lavoro di gente che si occupa di rugby per mestiere!”… e avanti così in un trend da smarrimento di ogni forma di stile e di sensibilità professionale.

Si tralascia la questione dello stile, quello di Cavinato testè riferito non è certo quello del Centro Memo Geremia, ma si tralascia anche il solito refrain sul presunto “coraggio” del Coach di Treviso. E’ vero che l’uomo non si fa scrupolo di dire quello che pensa, la cosa in questo mondo ovale tutt’altro che reattivo non è sbagliata, ma tanto meno Andrea Cavinato considera la presenza di altri sullo stesso orizzonte da lui frequentato e così, fra le coraggiose esternazioni, non è difficile riscontrare anche un concentrato di fesserie.

Questa ennesima esternazione “su di tono” dell’Andrea Cavinato aveva davvero bisogno di una risposta e gli è arrivata con una lettera aperta sul web, l’ha scritta Giampaolo Celon, ex Presidente CNAr, ex arbitro di alto livello (ma si è mai “ex” quando si fa l’arbitro?), attualmente attento osservatore ovale, attivo sui social e penna davvero fine. Ecco il testo che il celebre fischietto ovale ha pubblicamente indirizzato al Coach del Petrarca:

Caro Amico,

Ho letto l’intervista che hai recentemente rilasciato a Giorgio Sbrocco e non ho potuto evitare di pensare ai nostri rapporti passati, in particolare a quando ero Presidente della CNAr.
Rapporti che sono stati a volte amichevoli ma più spesso burrascosi per le tue facili “esternazioni” su arbitri e categoria arbitrale.
Evito di parlarti, in quanto non di mio interesse, delle critiche dirette a dirigenti FIR, ad allenatori tuoi colleghi, ed al modo di giocare praticato da altri club di eccellenza. Non posso pero evitare di disapprovare, in quanto non lo ritengo eticamente corretto, il giudizio che dai su squadre che, a tuo dire, giocano un rugby obsoleto e poco efficace. Con queste squadre dovresti accontentarti di vincere bene e con “tariffa”, per dirla alla Julien Saby, incamerare i cinque punti e rientrare sereno per farti una birra al club.
Per ritornare alla “questione arbitrale” e parlare di supposta autoreferenzialità, di professionismo, di dilettantismo, di giocatori e di arbitri che sbagliano, e così via, mi riservo di approfondire se questa mia lettera dovesse avere un seguito.
Nell’intervista leggo che dividi gli arbitri in due categorie:
– Giovani emergenti, dal comportamento corretto e costruttivo;
– Non più giovani, quelli che emergenti lo sono stati (testuale).
Di questi ultimi, sottolinei che non ti piace la loro supponenza ed il rifiuto ad ogni forma di collaborazione.
A questo punto ti invito ad una riflessione ed a valutare quanto tempo ti ci vorrà, continuando con questi atteggiamenti, per portarli tutti all’interno della seconda categoria, quella dei supponenti non disposti a collaborare.
Oggi sei allenatore del Petrarca, club al quale mi sono riavvicinato dopo aver chiuso la mia lunga “stagione” di arbitro e di dirigente arbitrale, ma, nonostante qualcuno dell’ambiente ti ammiri per il cosiddetto coraggio di dire quello che pensi, io sarei felice di vedere un Petrarca vincente senza che vi sia un allenatore che, in totale autoreferenzialità e trascurando i rapporti con la realtà esterna e la complessità dei problemi che la caratterizzano, trasmette ai giocatori quella che Julio Velasco definiva “la cultura degli alibi“.

Ci vediamo alla Guizza (ndr: il quartiere padovano dove si trova il centro sportivo del Petrarca)

Un saluto da Giampaolo Celon

Colpito ed affondato. Game over.

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