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FIR E DINTORNI

MARUSSO (SAN DONA’):” CLUB PROTAGONISTI NELLA GESTIONE DELLE ATTIVITA’ “

Alberto Marusso - Presidente del Rugby San Donà

Alberto Marusso – Presidente del Rugby San Donà

Si avvicinano importanti decisioni che il nostro movimento deve prendere, se la vasta e tentacolare rete federale pare ormai calata, i club sono invece ancora in stallo. Lega di Club e futuro delle franchigie sono due passaggi fondamentali che il movimento si appresta ad affrontare. Ne abbiamo parlato con Alberto Marusso, Presidente del Rugby San Donà, uno che non le manda a dire e questo, da queste parti, piace davvero molto.

Stefano Franceschi:“Presidente Marusso, tu e il rugby, che storia è….”
Alberto Marusso – Pres. Rugby San Donà:” Ho cominciato a giocare all’età di otto anni coinvolto dagli amici. È stato amore a prima vista. Non ho ricordi di aver mai saltato consapevolmente un allenamento… come non ho difficoltà a dire che siano stati i migliori anni della mia vita. Ora ho questo impegno dirigenziale, davvero immenso, che mi piace definire come un atto d’amore incondizionato nei confronti di un club che personalmente mi ha dato molto…

S.F.: San Donà in Eccellenza non ancora in gran spolvero, tutto a posto, ti aspettavi di più?”
Alberto Marusso:“Confesso che le ultime prestazioni, quelle con Lazio e Mogliano per intenderci, non mi hanno assolutamente soddisfatto. Abbiamo perso punti importanti. Mi auguro che nelle prossime due partite ci sia un approccio ed un atteggiamento diverso da parte della squadra. Ma sono fiducioso perché credo fermamente nella qualità e bontà dell’intero gruppo: allenatori, giocatori, dirigenti… .

S.F.:Restiamo in Eccellenza. Esiste il tentativo di costituire la Lega dei Club, un progetto ambizioso, San Donà dice si o no e perché?”
Alberto Marusso:San Donà dice decisamente sì! Perché c’è la necessità di diventare attori principali nella programmazione e gestione delle attività che riguardano i club. E non mi riferisco alla sola organizzazione dei campionati. Quando ci troveremo ancora sarà per calibrare e, io mi auguro, concretizzare il tutto. E se qualcuno ritiene di non partecipare… poco male!”

S.F.:“Quali sono, secondo te, le due condizioni irrinunciabili che, mancando, il progetto della Lega fallirebbe?”
Alberto Marusso:“La prima è che ogni Società si ponga nei confronti delle altre in modo paritetico finendola con atteggiamenti di supponenza e/o di superiorità, memori, magari, di anni passati che poco hanno a che fare con il momento attuale. La seconda è che si lavori tutti per il bene comune superando ogni egoismo e sapendo rinunciare a privilegi fino ad oggi riservati a pochi”

S.F.:Dogi si, Dogi no, San Donà è stata fra questi ultimi, insomma adesso che c’è la possibilità di avere i Dogi in Pro12 siete ancora contrari? 
Alberto Marusso:” Che ci sia la possibilità di vedere i Dogi, che è un marchio di proprietà privata, in Pro12 lo dici tu… se ti riferisci alle dichiarazioni di Innocenti…beh da noi si direbbe “…offro io, paghi tu!”. Concordo con Zatta quando dice che i Dogi devono pensare alla eventuale partecipazione alla Celtic senza l’apporto economico della Benetton…altrimenti sarebbe come cambiare il nome ma non la sostanza. Certe cose meritano una valutazione ed una programmazione meticolose.

S.F.:Com’è la vostra posizione esattamente: Pro12 no, oppure si con i Dogi, non con i Dogi…. Insomma, così come sono adesso le cose pare non funzionino….
Alberto Marusso:“Credo fermamente nella necessità di partecipare alla Celtic per il bene e la crescita del movimento nel suo complesso. E sono altrettanto convinto che tutto debba avvenire attraverso il controllo della Federazione. Le cose non vanno affatto bene, non è un mistero, ma questo dipende anche da chi ha avuto l’onore e l’onere, proponendosi, di farlo fino ad oggi. Quando in Italia si capirà che l’equazione “disponibilità economica=competenza” è una stupidaggine… avremo fatto un importante passo in avanti.”

S.F.:Insomma, cosa si mormora là sul Piave?
Alberto Marusso:“… che ci piacerebbe avere la possibilità di poter fare molto di più… consapevoli del fatto che anche un piccolo movimento possa e debba produrre qualità”.

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