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SERIE A ELITE

FRANTUMI DI ECCELLENZA

ECC 11 G

Questa giornata del massimo campionato italiano è storica: si è fermato il Sei Nazioni per farla giocare. Si sa che durante il Sei Nazioni l’Eccellenza non gioca, giocano quelli del Pro12 e quelli del Top14 francese ma loro contano niente, si vede che il Sei Nazioni è palesemente concorrente della nostra Eccellenza e così la sovrapposizione mai si verifica. A conferma di questo dualismo Sei Nazioni/Eccellenza c’è il fatto che, come sicuramente avranno notato tutti i nostri plenipotenziari federali, nessun giocatore sceso in campo per la undicesima giornata di Eccellenza gioca il Sei Nazioni.

Detto questo andiamo a vedere cosa è “drammaticamente” emerso da questa undicesima giornata.

E’ ufficiale, Umberto Casellato ha perso il dono della parola. All fine della partita vinta contro Viadana la dichiarazione stampa questa volta è del Coach in seconda Sandro Castagna, in passato è stata anche di Claudio Gaudiello, si racconta che sia stato chiesto di fare una dichiarazione stampa anche al magazziniere ed al capitano dell’Under 12 cremisi per sopperire a questo deficit che attanaglia il trevigiano Head Coach dei poliziotti. La cosa la dice lunga sullo “stato di salute” dello spogliatoio Fiamme Oro che, per la giornata odierna, mettono in campo “la necessità” al posto della “convenienza” e compiono quello che, ad inizio stagione, tutti avrebbero ritenuto abbastanza normale per un team così attrezzato: vincere.

Chi macina risultati fagocitando gli avversari è Calvisano che si mangia i Lyons in trenta minuti, realizza il bonus e saluta tutti dalla prima posizione con un distacco di 11 punti sulla seconda in classifica. Tutto questo  dopo aver giocato e vinto tutti le undici giornate del campionato ed avere ad oggi una differenza fra punti fatti e subiti di +258 che è come dire di aver vinto tutte le partite ma ognuna con uno scarto di 23 punti. 

La terza prof della Eccellenza, Rovigo, mette in campo una prestazione assurda con San Donà. Quelli del Piave fanno la loro parte, ci mettono un po’ di mischia solida, un pizzico di velocità, il solito Ambrosini che fa un 6/6 al piede ed un incontenibile Gonzalo Padrò. Rovigo entra in campo con i 5 punti già cuciti sulla maglia ed esce a zero, il rugby è fatto così.

Tutti vogliono il quarto posto, guardando la classifica in effetti ci sono 4 squadre in 4 punti e l’ultima piazza valida per i play-off in effetti è ancora decisamente in bilico. Di questa 4 squadre la prima però si trova a 13 punti dalla terza in classifica (Rovigo) ed a ben 27 punti dalla prima in classifica. Sono divari troppo importanti che dicono cose che, specialmente da queste parti, non piace raccontare. Però si fa.

Il Campionato di Eccellenza, si sta frantumando ancora di più rispetto agli anni trascorsi, i risultati sul campo (Petrarca Vs Lazio 49 – 14 ad esempio) e la stessa classifica, così come la corsa per il quarto posto, dimostrano che non abbiamo 10 team sufficientemente omogenei nella nostra penisola in grado di giocare un unico avvincente torneo di vertice. Non è più solo una questione di livello tecnico, che ogni anno, questo incluso, fa un passo indietro, ma anche una questione di uniformità fra i team. Perchè è quest’ultima che porta inevitabilmente al fattore “competitivo” e rende un campionato interessante.

Le squadre di Eccellenza giocano invece a velocità troppo diversa l’una dall’altra, con preparazione atletica disuguale, con tipologia di gioco assolutamente difformi, alcune sembrano delle Under 23 altre hanno una età media “vecchio stampo”, alcune mettono in campo i propri vivai altre hanno l’amo in Accademia o la lenza nei team degli altri. E gli stranieri? Certi Presidenti dovrebbero farsi un esame di coscienza.

Insomma l’Eccellenza ha un grosso problema che potrebbe forse venire sepolto nell’immobilismo del rugby italiano o sacrificato all’altare dell’autoreferenzialità. Fate qualcosa.

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