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AZZURRI

ITALIA: NON SI CORRE SULLA GEORGIA MA SUL SUDAFRICA

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Lo scalpore è servito, Rugby Europe ha preparato la letterina e dentro c’è proprio tutto: punto, punto e virgola e pure i due punti. Il Presidente della associazioni delle federazioni europee, il rumeno Octavian Morariu, ha dato pubblicità della cosa, la lettera per il Board del Sei Nazioni è quindi pronta e lì si chiede di mettere in piedi un modo per dare accesso al massimo torneo europeo per Nazioni a “qualcun altro” oltre ai soliti .

La lettera, sentite le anticipazioni, è di quelle irricevibili perchè, fra le altre cose, richiama, inopportunamente, al principio di primo governo che Rugby Europe ha sull’Europa, richiamando gli altri organi, federazioni e Leghe varie ed una specie di “sudditanza”. Quelli delle Coppe Europee (EPCR), dalla loro sede in Svizzera, stanno già ridendo, quelli del Sei Nazioni hanno già avuto modo di ricordare, lo ha fatto il CEO John Feehan poche settimane fa, che il Sei Nazioni è un torneo privato controllato dalle sei federazioni socie paritarie, fra cui la FIR.

Octavian Morariu ha ben poco da pretendere quindi, la sua Romania e la sua amica elettrice Georgia, devono ancora dimostrare molto, magari vincere almeno una partita con una squadra della prima fascia, ad esempio il Sudafrica.

Lasciando gli orientali ai casi loro guardiamoci però un attimo in casa nostra. La Nation sotto attacco è chiaramente l’Italia, i risultati sportivi della Nazionale italiana, il suo posizionamento nel ranking, la sua involuzione degli ultimi dieci anni, i risultati bassissimi dei nostri club in Europa, sono tutti elementi che non giocano a nostro favore e, vista la cosa da questo punto di vista, sarebbe per noi consigliato solo di alzare bandiera bianca ad evitare altro spargimento inutile di lettere e relativo inchiostro. Ma non è così.

L’Italia attraversa un periodo buio per il suo rugby ma il suo posto in Europa e nel mondo se lo è conquistato con una progressione di risultati, figlia soprattutto degli anni ottanta e novanta, che la magica Georgia deve ancora percorrere negli anni duemila,. Sarebbe un errore stupido e pure molto grossolano che il nostro rugby di Alto Livello pensasse di fare la corsa sugli ultimi della classe, perchè, in questo senso il ranking non ci inganni, la Georgia lì sta.

La lettera che Rugby Europe ha stilato e spedito al Sei Nazioni ricorda all’Italia su chi deve fare la sua corsa, non certo su quelli di Tblisi o di Bucarest, su quelli di Madrid o Berlino, noi abbiamo già fatto piangere qualcuno fra Città del Capo e Johannesburg, fra Port Elizabeth e Durban, quella è la nostra dimensione, quello è il punto a cui tendere.

Perciò cerchiamo di fare in modo che il problema dell’Italia non siano, come troppo spesso capita, gli italiani. E’ tempo di fare squadra, di unire le forze per guardare avanti e avanti a noi c’è la vittoria con il Sudafrica, il modello scozzese, la scuola neozelandese, il mondo della celtic league e la sua indomita capacità tecnica. Questo è il nostro mondo, guardare indietro non è solo inutile, è proprio tempo perso.

Abbiamo spesso discusso del modello tecnico italiano, quello attuale ha fallito, vanno fatti profondi cambiamenti, ci sono polemiche ed anche progetti su questo, ma deve essere chiaro a cosa tende tutto questo, noi dobbiamo rincorrere la prossima vittoria sul Sudafrica, non un’altra sulla Romania. 

La lettera di Rugby Europe, così impostata, è uno screzio politico contro l’Italia che attende riparazione sul piano politico, è su quel piano prima o poi sarà il caso che si presenti il conto ai suoi estensori. Il resto sono soli punti, punti e virgola e due punti.

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