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SERIE A ELITE

UNA ECCELLENZA SUL FILO CHE SI DIMOSTRA PIU’ SOLUZIONE CHE PROBLEMA

ECC 14

Giornata appassionante, stirata e tirata, una Eccellenza che regala forse il meglio di se e concede suspense e spettacolo a coloro che la seguono live dentro i campi e dietro alle proiezioni streaming di The Rugby Channel.

Ci sono lezioni per tutti in questa giornata di Eccellenza, rugby che entra ed esce dai tabellini, prestazioni solide di un rugby che può quello gli viene concesso, nomi che si sommano ad altri sui taccuini e sono fra loro i tanti motivi per cercare in questo campionato le chiavi di una soluzione per il nostro rugby che solo il giorno prima, nel buio totale di Murrayfield, O’Shea ha dichiarato di voler assolutamente trovare.

Frati ha ragione, se il Viadana va avanti così ci arriva ai play-off, certo che il punticino di bonus ieri ci sarebbe stato, magari dando una occhiatina in più a Novillo e Minozzi sarebbe pure arrivato. San Donà invece i punti li fa, senza discutere, campo pesante ed avversario pure per quelli del Piave ma alla fine la spuntano i più solidi fra i primi otto. Reggio porta a casa il punto di bonus ed è meritatissimo.

I Lyons meritavano di più? Forse si ma forse era Mogliano che meritava di meno, addormentato sulle sue visibili capacità, verrebbe da dire che sembra impigrito sulla promessa che tanto ci pensa Renata. I Lyons vedono sfumare i punti che contano per propria imperizia, dopo che Mortali lascia giù il suo 4/4 al piede e tiene in partita i piacentini questi ultimi avrebbero dovuto sapere, visto che già la mischia soffre, che a lasciare correre quelli in biancoblù ci si fa tanto male, tagliare le linee di gioco era la soluzione per portare a casa il match, invece no, gli svarioni si moltiplicano. Poi ci pensa Renata.

Il Rovigo in formato decisamente baby ne farà pure 51 ma soprattutto ne prende 36, il tabellino cita la vittoria dei rossoblù ma quella vera va alla Lazio che si porta a casa il punto di bonus. Se il buongiorno si vede dal mattino il sole è ancora basso su Rovigo: tanti punti, tanti buchi e tanti errori. Vittoria molto sofferta e sicuramente non proporzionata alla spocchia del capitano rossoblù Edoardo Ruffolo che, dopo aver subito, oltre ai 36 punti, pure un suo personalissimo cartellino rosso per somma di ammonizioni dirà alla stampa a fine partita  che “l’arbitro era inesperto” e che è stato complice della Lazio con la sua “direzione non pulita e omogenea“. Lui si che la sa lunga.

A Roma in tanti si giocavano tanto, inutile farne la lista che la sappiamo tutti a memoria, cugini inclusi. E’ un Petrarca a corrente alternata che passa dalle maglie larghe e svogliate di larga parte del match alla difesa durissima ed impenetrabile degli ultimi 10 minuti, dalla incosistenza in superiorità numerica al dominio nelle mischie che contano. Tutto il successo petrarchinio passa per le cariche di Bacchin (ma sarebbe questo il suo mestiere?), la meta di Su’a, quasi di rapina, e per il genio estroverso di un Nikora in gran spolvero ( tra l’altro c’è anche il suo 7/8 al piede). Il gran supporto a questa vittoria viene da un Mennitti-Ippolito match dopo match sempre più prezioso, capace di dare una interpretazione al suo ruolo che esce dal contenimento e contrattacco del passato ed arrivare alla costruzione e impostazione di oggi, ottimo. Citazione a parte per Enrico Targa che sempre più spesso entra a giochi iniziati e fa sentire moltissimo il suo peso, mette ordine e regala mordente, sviluppa iniziative insidiosissime sia in attaco che in difesa. Le Fiamme Oro sembra abbiano dei cali di concentrazione nel corso del match, però muovono bene la palla, giocano palesemente intorno ad un progetto che regala anche palesi soddisfazioni ma poi c’è una gran sofferenza su tutte le fasi statiche senza le quali non si porta a casa nessun match. Wilbore è davvero eccellente ma sembra avulso dal resto della squadra, lui ed il resto sembrano due entità che si guardano negli occhi, magari con simpatia, ma di sposarsi non ci pensano proprio. Fra i cremisi brilla la mobilità della prima linea in gioco aperto, la terza linea è un porto sicuro, piace molto la capacità di Amenta, grande concretezza la sua, di creare vero scompiglio nell’avversario. Se Umberto Casellato voleva una risposta dai suoi dopo la sconfitta cocente e dura con San Donà in questo turno l’ha avuta ma non si può essere sicuri che, nonostante tutto, gli sia piaciuta. Cavinato invece è tempo che faccia i conti con il Calvisano ad ogni partita.

Bella Eccellenza, ora siamo allo spint finale ed il gioco comincia a pesare, minuto dopo minuto.

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