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FIR E DINTORNI

BILANCIO IN PERDITA E NUOVI SCENARI PER LA FIR, LA PARTITA ABBIA INIZIO

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Giovanni Malagò, Presidente del CONI

La pubblicazione ufficiale del Bilancio Consuntivo 2016 della Federazione sul portale della FIR ha riaperto uno dei temi più spinosi, quello dei soldi e, di conseguenza, di tutto il futuro della FIR. Il Bilancio 2016 presenta una perdita di € 635.945,59 che va ad aggiungersi a quella pesante dell’anno precedente.

Diversi media ovali hanno già prodotto qualche analisi del Bilancio FIR ma è Rugby1823 del solido Duccio Fumero che ha messo il dito su una variabile strategica di quel Bilancio facendo notare la sua scarsa affidabilità. Correttamente infatti Rugby1823 ha  rilevato come il Bilancio Preventivo del 2016 avesse previsto invece un utile di € 11.687,46. Il fatto che questa positività nel 2016 non si sia poi presentata è grave non solo per il dato in se ma anche per altri fattori. Fra questi il  primo è quello che quel Preventivo è stato realizzato in pieno 2016, ovvero in corso di esercizio, il secondo è la mancanza di fatti straordinari che giustifichino il sopravvenire di quella perdita nel Bilancio Consuntivo, dove per fatti straordinari si intende essenzialmente “non prevedibili” dagli amministratori, il terzo è che quella pesante perdita visti i precedenti, rappresenta un trend, il quarto e ultimo è che quella perdita è localizzata anche e soprattutto come fenomeno di cassa. E’ finita la liquidità, sono finiti i soldi.

L’affidabilità però è quello che davvero pesa. Il fatto che si sia costruito un Bilancio preventivo “politico”, non realistico, dato in pasto al CONI per ottenere clemenza sul pesantissimo deficit 2015, deficit “scoperto” solo dopo la rielezione di Alfredo Gavazzi alla Presidenza FIR,  macchia pesantemente anche la redazione del Bilancio Preventivo 2017 che parla di un utile molto consistente: € 604.898.

Il Bilancio Preventivo 2017 racconta infatti di un utile che si produce essenzialmente intorno ai maggiori contributi del CONI alla FIR (circa +€ 900.000). Questo inoltre accade a fronte di minori ricavi e minori costi di produzione per circa 3 milioni e questo ha un significato molto profondo, molto di più di un potenziale utile, questo significa infatti che il rugby si impoverisce.

Però questo Bilancio Preventivo 2017, visti tutti i precedenti, non ha molta affidabilità ed in molti pensano che nella prossima primavera potrà essere concreta la richiesta di dimissioni o il commissariamento della Federazione. Bisogna ricordare infatti che il Bilancio federale 2017 non basta sia positivo ma deve anche ristrutturare un fondo specifico che a suo tempo fu smantellato proprio per ovviare alle perdite. Questa ristrutturazione l’ha chiesta tassativamente il CONI con lettera ufficiale. Non andasse come da “Preventivo” la pena può essere proprio quella sopra citata.

Insomma nel panorama politico di questa federazione, palesemente mal gestita, ci sono troppi numeri che non funzionano che si sommano ai tanti mal di pancia che attraversano tutto il movimento, senza distinzione di “credo politico”.

I sostenitori più accaniti di Alfredo Gavazzi come sempre tacciono e, probabilmente, incrociano le dita, mantengono insomma il loro distacco paragonabile a quello dei “raccomandati politici”. Fra gli oppositori alla attuale gestione federale ci sono i “falchi” che aspettano il prossimo Bilancio, loro sanno che , comunque vada, non avrà nulla a che fare con il suo Preventivo e sanno anche che sta pesando la gestione di lacrime e sangue imposta dalla Presidenza alla base del movimento (non certo al vertice). Ma ci sono anche gli oppositori “colombe”, quelli che vorrebbero prendere la cosa in anticipo, muoversi prima per anticipare disastri che farebbero male a tutti, anticipare il Bilancio con un  “forecast” autunnale condiviso, cercare di “spezzare” la gestione solitaria di Alfredo Gavazzi prima che produca danni irreparabili.

Tutto si basa sulla consapevolezza che la partita è quasi tutta nelle mani del CONI, che la FIR è sempre di più nelle disponibilità del Presidente Malagò ed allora vien da chiedersi quale strada devono prendere gli uomini dell’ovale? Stare con il silenzio dei fedelissimi “los federales”, sposare la legittima attesa dei “falchi”, oppure la sobria positività delle “colombe”? Non è un giochetto, non è un risiko-ovale e non si può sempre puntare su un posizionamento interessato. Una strada va presa, per il bene del movimento val la pena parlarne. Tranquillamente.

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