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FORZA RUGBY

APPLAUDIRE IL FISCHIO SULLA MISCHIA E’ LA MORTE DEL RUGBY

E’ mischia, sta per accadere, eccoci, magari è la prima, chissà come andrà. E’ mischia e chi la vince vuol dire tanto. Eccola, si forma, la palla viene introdotta, confusione, falli, il mediano non la prende in mano, l’arbitro fischia, il pubblico applaude felice, abbiamo vinto la mischia! “Calcio” per noi! Tutti sono felici. Ma felici di cosa?

Ecco il problema: il pubblico applaude il fischio dell’arbitro, lo applaude sonoramente, vistosamente, tutti felici perchè i tuoi primi otto non hanno fatto fallo ma l’hanno fatto gli altri, la palla è nostra. Evviva. Si ricomincerà con un calcio libero o di punizione ed il pubblico è felice ed invece, con quel fischio, un pezzo del nostro rugby se ne è andato via.

Perchè quella mischia era già una sanzione, era un modo per “riprendere il gioco rapidamente, in modo sicuro e leale, dopo un’infrazione minore o un’interruzione“, questo dice il regolamento. La mischia è una “sanzione” affascinante che diventa una piattaforma di ripartenza del gioco micidiale ma oggi questo non accade quasi più, la gran parte delle mischie viene “fischiata” e la piattaforma di ripartenza del gioco diventa un comune calcio, ovvero una banalità tecnica rispetto a quella della ripartenza da mischia.

Le nuove regole sulla mischia, tante e profuse quasi ogni anno da diversi anni ormai, rendono difficilissimo giocarla, spesso non perchè quelle regole siano astruse ma semplicemente perchè non vengono rispettate nemmeno dagli arbitri. Dal contatto delle prime linee al modo di legarsi,dalla introduzione del pallone alle spinte verso l’alto, dalle torsioni al crollo, ci sono troppe fasi che gli arbitri non guardano ed anche troppe che dovrebbero guardare. Insomma sono troppe le possibilità di gestire, da parte dei giocatori, un fallo a scapito dell’avversario e così “il modo sicuro e leale” di ricominciare a giocare a rugby diventa una trappola per il rugby stesso.

Il problema però è che il pubblico, intontito da tutta quella confusione regolamentare, si è assuefatto e la mischia è palesemente diventata un modo per portare a casa un calcio, magari di punizione. Il pubblico applaude quando arbitro fischia durante la mischia non applaude quando la palla esce dalle mani del mediano o del numero otto e vola via, lì non applaude nessuno, tutti guardano quella anomalia che “non ci ha fatto guadagnare neanche un metro, era meglio prendere il calcio”.

Però non c’è solo il calcio sanzionatorio dopo la mischia, c’è anche di peggio: il “reset”. Questo, nella dimensione compulsiva che a volte assume, diventa la ossessiva ripetizione della stessa mischia, a volte anche cinque o dieci minuti, ovvero del tempo che la gente passa a veder fare e disfare la stessa mischia, una noia mortale, la disintegrazione del dinamismo sportivo.

Così, dopo anni di tutto questo, siamo arrivati che il pubblico invece di arrabbiarsi perchè non si vede più una mischia vera, ovvero con il pallone che esce e corre veloce di mano in mano, applaude per il fischio arbitrale. Così la mischia diventa un quasi-tre-punti, l’anticamera del calcio di punizione, oppure, se va meno bene, una palla in mano.

Però la mischia è un’altra cosa, la mischia è il rugby, qualcuno l’ha chiamata “una zuffa con delle regole precise”, la mischia serve per fare meta anche quando non si sta a cinque metri dalla linea avversaria, la mischia è la fase che i giocatori guardano per capire cosa accadrà durante tutta la partita. Dovrebbe tornare ad essere sempre così.

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