Passate due giornate e guardati risultati e classifica i biechi numeri dicono qualcosa ma, per oggi è il caso di dirlo, il campo dice molto di più. Innanzi tutto bisogna vedere come i team hanno raggranellato i numeri di cui sopra. Applauso convinto a Calvisano, macchina da guerra, che ha raggiunto ancora una volta vittoria e bonus ma, va detto, i bresciani si sono giocati le prime due giornate con le ultime due della classifica.
Resta il fatto che i ragazzi di Brunello hanno realizzato, oltre ai bonus, ben 86 punti subendone solo 30 ed hanno messo fra i pali calci per un 8/12. Al piede questo fine settimana Mortali non era in giornata, gli è subentrato Novillo che ha giocato solo una mezz’ora ma ha fatto tantissimo ottimo rugby, veloce e ben ragionato ed ha pure messo giù un 3/3 al piede. I bresciani si sono presi in mano il match contro Reggio solo nel secondo tempo, come hanno fatto a Firenze, per questo match piace però segnalare la prova positiva di Matteo Archetti, classe 95, terza linea efficace.
Lo stato di forma, la condizione tecnica generale e la “testa” che ha messo in campo il Calvisano suggeriscono una riflessione “eccellente” su chi, dopo la seconda giornata di campionato, c’è davvero in campo, chi sembra esserci ma invece è solo a metà, chi forse c’è ma non si sa e chi deve ancora arrivare.
I bresciani dovranno ancora giocare con legrandi ma sono partiti dalla prima giornata preparati e pronti all’avventura a differenza di altri che invece si giocano le prime giornate come se fosse pre-campionato o una fase di preparazione. Lasciate dire che non è solo una questione squisitamente atletica ma è anche una questione di serietà tecnica e di organizzazione interna, di rispetto verso il Campionato, tutto, dalla prima giornata fino all’ultima, senza sconti. Questa è una delle cose che marcano la differenza fra i “dilettanti”, che pensano di chiudere la rosa a gennaio “perchè intanto vediamo come va”, i semi-professionisti che “ci siamo quasi fra un poco arriviamo”, ed i professionisti che seguono una programmazione definita, con tempi chiusi per la scelta della rosa, allenamenti a pieni ranghi distanti dall’inizio della competizione e con una scadenza tecnico-atletica puntata saldamente per la prima giornata di campionato. Perchè è questa differenza fra i team che si è palesemente vista sui campi in questi primi due turni di Eccellenza e parlare di Rovigo Vs Fiamme Oro è l’esempio migliore.
I rodigini hanno ben poco da esultare per una partita vinta si ma tutt’altro che convincente. I rossoblù sono ancora un cantiere aperto tenuto in piedi da cuore, volontà, esperienza dei soliti ottimi Ruffolo, Lubian, e Momberg. Il Rovigo visto con le Fiamme Oro regala una sensazione di provvisorietà, a tratti sembra viaggiare a tentoni con in mano un piano di gioco che dice “se non va così si fa l’opposto“: In certe fasi davvero confusionari i ragazzi di McDonnell contro le Fiamme Oro denunciano una mischia incerta, insufficiente aggressività su alcuni punti di incontro, una difesa traballante che sale di tono solo nel secondo tempo, una reale inconsistenza tattica sugli ultimi dieci metri. La mediana del Rovigo è stata lenta e cervellotica, ha trasformato il post-lavoro delle ruck in un pensatoio, distribuendo palloni a volte davvero improbabili. Il giovane Riccardo Loro, mediano di mischia classe ’98, ha molta strada da fare, l’apertura Jordan Aaron Davies va ad intermittenza e, per ora, fa difficoltà ad assumersi quella responsabilità in più che serve. Rovigo porta a casa il risultato perchè gli riesce bene il gioco di impatto e quando lo spazio si accorcia certe maestrie stanno tutte dalla parte rossoblù. Da segnalare fra i migliori oltre alle tre solite “pesti” sopra citate un ottimo Robertson-Weepu, estremo rapido, incisivo, con ottima visione del gioco ed in prima linea Riccardo Brugnara che si muove con grande efficacia.
Le Fiamme Oro salutate in terra polesana invece ricordano moltissimo quel famoso Ufficio che nessuno vorrebbe avere nella propria azienda: UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici). Se inizialmente sono i falli a lasciare al palo i cremisi con il proseguire del match è la eccessiva laboriosità di certe scelte, in particolare sulla conquista dello spazio, che lasciano a terra il punteggio. Difesa troppo permissiva nei momenti topici ma buono il lavoro sui punti di incontro ed ottimo il gioco dei centri; va bene Gabbianelli ma un applauso speciale va a Giovanni Massaro, classe ’88, uomo-Fiamme, che si muove bene sia nel recupero difensivo sia nell’attacco della linea avversaria. La seconda linea delle Fiamme, in questa giornata superiore a quella avversaria, non ha trovato nel gioco cremisi la stessa fiducia che hanno avuto invece i trequarti, peccato!. Restano da fare un paio di meritati complimenti all’apertura, oggi in gran spolvero, Filippo Buscema ha dimostrato maturità ed attitudine, è un classe ’94, adesso è forse il momento di dargli una occhiata in più.
San Donà e Viadana strapazzano gli avversari ma solo nel secondo tempo, qualcuno evidentemente ha il fiato ancora troppo corto. Il Petrarca sul vantaggio del 27 -3 e 3 mete realizzate ripete la prima di campionato, si ferma e lascia spazio agli avversari. Alla fine il match i padovani se lo portano a casa ma ancora senza punto di bonus e con il dubbio di “avere testa” solo per 60 minuti. Mogliano gioca, come la scorsa settimana, ancora di rimonta ed arriva, come la scorsa settimana, ancora al punto di bonus che, Dalla Nora deve spiegarlo ai suoi, non basta per festeggiare.
Settimana prossima le Fiamme Oro ricevono a Roma il Calvisano nel primo vero banco di prova per i gialloneri ed il San Donà tenta la ripetizione dello sgambetto a Rovigo. Giornata incandescente.