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SEI NAZIONI

SEI NAZIONI: BEATA GIOVENTU?

“Nonno” Parisse all’attacco!

I pezzi di commento alla prima italiana di questo Sei Nazioni 2018 per moltissimi erano già scritti prima del match, il tam tam mediatico lo aveva detto: comunque fosse andata sarebbe stato un successo. Due i temi rilanciati: loro sono troppo forti, noi siamo troppo giovani.

Finita la partita si è scatenata la corsa al successo azzurro, a magnificare il grande risultato azzurro (!!??),  chi con moderazione, chi con fiducia, chi solo per rispetto, chi con stima, chi con autoreferenzialità debordante. C’è stato però un  momento che sembrava non averne presi ma dati 46 all’Inghilterra: quando sul web, in questa corsa a chi magnificava di più, è uscita la pagella di Rugbymeet.

La pagella del super portale era del resto irraggiungibile, la Nazionale italiana ha avuto fra tutti i giocatori una media dell’otto ed i giocatori italiani sono stati tutti descritti come eroi meravigliosi, su quella pagella agli azzurri sono toccati appellativi intramontabili come: monumentale, partita da applausi, punto di riferimento, tanta virile e ruvida sostanza, costantemente lucido, prova di forza vincente, la sua miglior partita di sempre, rasenta la perfezione, da applausi e via così. Insomma secondo la pagella siamo stati favolosi, un passo dall’apice, mezzo metro dal cielo, eccellenti ecc ecc e ne abbiamo presi 46 (questo nella pagella non c’era). Se i professori di cui sopra avessero dovuto dare i voti all’Inghilterra altro che dal 10, gli toccava partire dal 26 in su, l’aggettivazione però diventava difficoltosa, anche i superlativi hanno un limite.

E’ questo un modo tutto nuovo che abbiamo trovato qui nello stivale di offrire il nostro rugby al pubblico del Sei Nazioni, basta con le sconfitte onorevoli adesso siamo alle vittorie virtuali.

Fortissimi e giovanissimi ? Il tam tam diceva anche questo ma sulla Nazionale messa in campo da O’Shea tanto si può dire tranne che fosse “giovane”, vediamo qualche spunto su questo aspetto.

La Nazionale che ha esordito nel Sei Nazioni 2018 ha una età media di 27 anni e quasi-mezzo, il più giovane Minozzi (’96) e poi Gianmarioli (cl ’95), seguiti dalle vecchie volpi di Parisse (83), Ghiraldini (84), Zanni (84), Budd (86) e poi Lovotti (89).

La Nazionale che fatto l’esordito assoluto nel Sei Nazioni nel “lontano” febbraio del 2000 vincendo con la Scozia 34 – 20  aveva la stessa età media, 27 anni, forse più anziana di qualche mese. Era la squadra di Wim Visser  (70), il giovane Mauro Bergamasco (79) e Stoica (76), con Manuel Dallan (76) e Denis (78), ricordatevi del super pilone Paoletti (77) e poi Checchinato (70), il vecchio Giovannelli (67), il più vecchio Dominguez (66).

Nel 2008 comandava la barca Nick Mallett e l’esordio al Sei Nazioni di quell’anno fu una sconfitta per 16 -11 con l’Irlanda. Età media di quella squadra, composta dei vari Bortolussi (81), Gonzalo Canale (82), Pablo Canavosio (81), i due Bergamasco e la mischia terribile Castrogiovanni(81)-Ghiraldini(84)-Lo Cicero (76), era sempre di 27 anni ma con qualche mese in meno di quella di O’Shea,

L’età media della Nazionale sale di un anno circa con la fine del ciclo Mallett e con Brunel che nel 2013 vince l’esordio con la Francia 23 -18 schierando una squadra che ha quasi 29 anni di media, c’erano Luciano Orquera (81) e Tobies Botes (84) in mediana, la prima linea era la stessa di 5 anni prima ma quattro di loro erano in campo un paio di giorni fa scelti da O’Shea contro l’Inghilterra.

La Nazionale italiana ha quasi sempre avuto una età media di 27 anni e mezzo, esattamente come quella di O’Shea, gli ultimi anni di accademico impegno e di franchigie celtiche non hanno modificato questo trend, nulla è cambiato.

L’età media dell’Inghlterra che ci ha battuti era la stessa di quella dell’Irlanda che ha battuto rocambolescamente la Francia: entrambi 28 anni e pochi mesi di media, meno di un anno medio di differenza dalla nostra Nazionale ma avete visto che risultati tecnici? Detto questo siamo sicuri che quello dell’età sia un parametro che conta davvero o è marketing di incerto lignaggio?

Età e pagelle a parte l’Italia che abbiamo visto con l’Inghilterra ha spostato il pallone meglio che in passato, ha fatto vedere una coralità di gioco altre volte dispersa, si è visto qualcosa in attacco e ben poco in difesa, ha gestito dignitosamente il suo poderoso gap con l’avversario, è stata a tratti pasticciona e spesso troppo fallosa ma, in qualche momento, grazie sopratutto ai “nonni” in campo, ha saputo davvero emozionare. Siamo distantissimi dal rugby che conta ma staremo a vedere, chissà… . Il Torneo continua.

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