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SERIE A ELITE

PETRARCA ECCELLENTE PRIMO DOPO UN BELLISSIMO DERBY. FIAMME ORO AI PLAY OFF

Il Petrarca aveva la sfida più grande, voleva essere la prima di Eccellenza ma era anche chiamato a doverlo essere “in un certo modo” perchè davanti a se aveva la prova più difficile: il Derby d’Italia. Prova superata d’imperio.

Partire dal Derby d’Italia è d’obbligo, non solo perchè è stato il match di giornata ma anche perchè è stato un momento molto bello per il rugby italiano.

Oltre 3500 spettatori che hanno oscurato il cielo di colori ed incitamenti alla propria squadra, Rovigo come sempre più festante, i petrarchini più composti ma pur sempre “presenti”.

In campo si è visto sicuramente un rugby di alto livello, partita durissima ed in certi momenti fin troppo, sicuramente di gran dinamismo, zero atteggiamenti di studio, il duello è cominciato subito e tale è stato fino alla fine. Un match vissuto intensamente in campo e fuori, incerto fino all’appassionante punto di rottura verso il minuto 60, tre fulmini del Petrarca che chiudono il discorso, il derby è suo e la vetta del Campionato è consacrata dalla sfida con i fortissimi avversari di sempre.

Una nota di colore prima dei tecnicismi. Vedere a fine partita, dopo 80 minuti vissuti anche sugli spalti con vera tensione e grande sfida, tutti i tifosi applaudire gli avversari ed in particolare la “torcida” rossoblù applaudire i petrarchini avvicinatisi timidamente (e forse per errore) al settore dello stadio padovano occupato delle storiche “Posse rossoblù” è gran rugby. Bello davvero.

La partita è stata molto bella. I rossoblù entrano in campo decisamente troppo nervosi, troppa “energia” in certe fasi per quello che alla fine Umberto Casellato metterà fra le cause della sconfitta denominandola “eccesso di aggressività“. Rovigo parte meglio nelle fasi statiche per vedersele sfilare di mano nel corso del match, tenta la prova di forza ma ha davanti la miglior difesa del campionato e qualche soluzione più ariosa forse avrebbe fatto più danni, gioca un gran primo tempo nonostante si chiuda nel peggiore dei modi: quelli di McDonnel vengono infatti colpiti da una meta avversaria realizzata proprio con gli avanti.

Non è il giallo a Momberg che distrugge i sogni rossoblù ma è la eccessiva difficoltà a gestire possesso di qualità, la battaglia mai certa sul punto di incontro, le fasi statiche che intanto perdono di intensità, il difficile contenimento della velocità avversari ed anche qualche egoismo di troppo. Rovigo alla fine perde per questo, del resto ha “vinto” solo per venti minuti, troppo pochi per questo derby.

Il Petrarca vince con la testa. Per gli uomini di Marcato il primo quarto d’ora sembra un piccolo disastro fra errori, indisciplina e difficoltà a frenare la spinta avversaria ma, paradossalmente, i tuttineri costruiscono proprio lì la vittoria finale, gestendo prima di tutto a livello mentale il momento, recuperandolo senza foga, mantenendo concentrazione e lucidità ed ammnistrandola per tutta la partita. Del resto il rugby forse è prima di tutto questo.

Certo poi ci sono i placcaggi dirompenti ed avanzanti di una difesa, quella petrarchina, che è la numero uno non a caso (la partita si chiuderà senza mete subite dai tuttineri), ci sono le impressionanti linee di gioco dei trequarti, velocissimi e altamente reattivi,  c’è la spinta e l’aggressività dei primi otto che si fa sempre più temibile man mano che passano i minuti. Petrarca che vince e convince. Ottimo primo.

Oltre il derby c’è la vittoria dirompente di Calvisano su un Mogliano che saluta la fine di questo campionato che ha rappresentato il momento più difficile del club del Terraglio negli ultimi dieci anni.

Poi ci sono i Medicei che fanno loro la partita che celebra una ottima fine del loro primo anno nel massimo campionato italiano. Il Reggio celebra il “possesso” dello stadio Mirabello, grande “opera” del club emiliano, vincendo contro un San Donà che si accorge man mano che passano i minuti di essersi giocato più di quel che pensava in quel match con i poliziotti.

Poi ci sono le Fiamme Oro che vincono l’altro “derby” di giornata e si qualificano per i play off ed è il caso di dirlo: chi l’avrebbe mai detto? Di questo girone di ritorno delle Fiamme è più facile ricordarsi il buio calato, ad un certo punto, nel gioco dei suoi quotatissimi giocatori piuttosto che chissà quali successi ed invece i cremisi alla fine hanno trovato la strada e le motivazioni giuste. Si giocheranno il titolo italiano e, visto quanto sono riuscite a combinare in questo finale di stagione, giocare con loro è un grandissimo enigma.

Torneremo a parlare diffusamente di questo campionato 2017/2018, perchè ne vale la pena, perchè chi c’è stato è rimasto contento, perchè c’è stato buon rugby, rugby italiano che va ancora letto e raccontato. Grazie Eccellenza.

Adesso comincia un altro “campionato”, i play off sono da sempre una storia a se, la regular season è finita ma lascia sulle spalle dei protagonisti di questa nuova fase segni e convinzioni che peseranno eccome. Il rugby italiano darà il meglio di se in questi play-off di Eccellenza, saranno bellissimi: ci vediamo lì.

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