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REGOLE ED ARBITRI

TMO: SE L’ERRORE ARBITRALE DIVENTA IRRINUNCIABILE

Dicono i super capi della World Rugby che presto, forse già per i Test Match di Novembre, ci potrebbe essere una variazione,forse sperimentale, per limitare il potere dei TMO, il CEO della organizzazione mondiale del rugby Brett Gosper ci dice:”Effettivamente vorremmo che gli arbitri, da soli, prendessero un po’ di più il controllo. È qualcosa su cui lavoreremo”.

Insomma il fischietto in campo deve farla finita di appoggiarsi troppo al TMO per trovare giustificazione nel video a qualsiasi sua scelta. Ma se è questo uno dei motivi per cui si vuole arginare il ricorso al TMO, perchè?

Le rimostranze venute da Club e Nations girano principalmente intorno al fatto che il ricorso al TMO rallenta il gioco, la sua inerzia, i tecnici dei team lamentano la perdita di ritmo tecnico, di posizione, di cognizione del gioco, lunghe attese che spostano troppi equilibri. Poi ci sono gli “investitori” che (aiuto!) vedono un calo dello spettacolo.

Fossero questi gli unici motivi che determinano la possibile marginalizzazione del TMO forse sarebbe da mettersi le mani nei capelli. La ricerca della perfezione del fischio, perchè è invece questa la deriva che sta condannando il TMO, è il male peggiore, peggio di una pausa caffè per decidere se il placcaggio era troppo alto o per determinare chi dei due in volo avesse diritto alla palla.

Se la ricerca di quella assoluta perfezione del fischio (roba da VAR) rimane viva nel cuore dei grandi del rugby allora prepariamoci, prima ancora che gli assistenti in campo possano avere qualche responsabilità diretta in più, soprattutto al secondo fischietto in campo.

Se invece si punta sulla preparazione tecnica dell’arbitro, allora la prima cosa da fare sarebbe invece quella di sfoltire le regole che sono diventate, molto più del TMO, opprimenti, si prestano a troppe interpretazioni e valutano troppe “virgole” invece che basarsi sulla interpretazione generale dei principi del gioco.

Se invece qualcuno ha capito che l’errore arbitrale ha un suo perchè e limitarlo al massimo è il vero compito della redazione delle regole e della preparazione tecnica dei fischietti, allora si sta aprendo la porta ad un fenomeno oggi rivoluzionario, dove il gioco in generale conta più del singolo caso che si crea in campo, dove la partita non si pensa si possa decidere nel singolo fischio ma in tutti gli 80 minuti, dove l’errore dell’arbitro, quando inconsapevole, tecnico e misurato/misurabile, diventa quasi irrinunciabile per dare modo ai team di lavorare sul rugby ed anche perchè pure lui fa parte del gioco. E dello spettacolo.

Il TMO è stata una idea apprezzata da tutti ma si è perso nella nebbia soprattutto da quando la World Rugby ha cominciato a produrre regole non per rendere lo stile e la cadenza del gioco più facile e più facilmente interpretabile ma per cambiarlo, per decidere cosa in campo doveva accadere, passo dopo passo.

A questo punto rimane quasi impossibile non condividere l’idea di World Rugby di mettere mano alla invadenza del TMO ma varrebbe la pena anche ricordarsi che le regole sono in campo uno strumento dell’arbitro non degli sponsor o dello spettacolo. Altrimenti cosa c’entra in tutto questo il TMO non è dato saperlo.

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