20181006, Top12 2018/19, Mogliano Rugby 1969 vs Viadana Rugby 1970, IV giornata, Mogliano Veneto, Stadio Maurizio Quaggia, foto Alfio Guarise
L’attuale allenatore del Rugby Mogliano ha una carriera burrascosa, se si tolgono i giorni di squalifica questa si accorcia di parecchio.
La stagione è appena iniziata ed il soggetto in questione si è fatto notare in Coppa Italia, alla prima giornata ci è ricascato, dice il giudice sportivo:” segnalato al 35° del 1°tempo dall’arbitro e dal 4° uomo, nella gara VERONA RUGBY SRL SSD – MOGLIANO RUGBY 1969 SSD ARL, infraz. Art. 028/01 lett. C) (OFFESE AL 4° UOMO) REITERATE, QUARANTACINQUE GIORNI DI INTERDIZIONE, sanzione inasprita ai sensi dell’art. 015/01 in, SETTANTACINQUE GIORNI DI INTERDIZIONE (dal 18/10/2018 al 31 Dicembre 2018 compresi)”
In pratica il Coach del nuovo Rugby Mogliano ha messo ancora una volta il turbo contro gli arbitri che è l’oggetto principale delle sue squalifiche. L’arbitro non si discute, dicono i miti del rugby, ma non per tutti. Evidentemente.
Andiamo però al centro della questione, che non è il “Coach del Mogliano adulatore di arbitri” ma ben altro.
Esiste una corrente di pensiero che considera quell’allenatore un eterno “graziato”, gli arbitri quando vanno ad una delle sue partite sanno di doverlo “sopportare”. Molti lo fanno, si dice, ben oltre il lecito. Quando poi l’allenatore in questione esagera allora poi lo scrivono sul referto. Questo trattamento però varrebbe solo per lui. Se un altro Coach si permettesse lo stesso potrebbe godere della stessa generosità? Ecco dove poggia la questione.
Anche questa squalifica per il Coach biancoblù farebbe presto a diventare un caso. Non risulta infatti che, nonostante sia stato segnalato fin dal 35 minuto del primo tempo, il Coach sia stato sanzionato in corso di gara.
In pratica, se tutto è corretto, durante la partita non è stata rilevata alcuna sanzione contro l’allenatore ingiuriante. Di fatto la sanzione è stata erogata direttamente dal Giudice Sportivo e nessuna invece dall’arbitro. Questo “atteggiamento” da parte dell’arbitro di quella partita secondo alcuni confermerebbe la corrente di pensiero.
La questione non è banale e ci riporta alla questione del rugby “pane e salame”, dove il regolamento si piega ad usi e consumi locali; in questo caso entra in campo una probabile accondiscendenza arbitrale che, fosse riscontrata, farebbe molto male alla categoria ma anche è soprattutto al Top12.
Perchè quello che ci va di mezzo è poi il massimo campionato italiano. In questo caso il fatto è accaduto nella rediviva Coppa Italia ma i team e le strutture coinvolte sono quelle del Top12. Se si vuol far crescere questo campionato anche la classe arbitrale deve fare la sua parte. Fino in fondo.
Insomma se certi correnti di pensiero dovessero venir confermate dovremmo domandarci, quando accadono certe cose, chi squalifica chi.