Un fatto pesante ha scosso il mondo del rugby italiano, una questione che in molti hanno giudicato importante ed in effetti lo è perchè riguarda il rispetto delle regole del gioco: se manca quello allora il “gioco” diventa dell’altro, diventa una cosa, ad esempio, che non ha niente a che fare con i tanto decantati “valori del rugby”.
In data 13/10/2018 con Comunicato Coppa Italia 01/GS il Giudice Sportivo Nazionale Avv. Marco Cordelli a chiusura del comunicato che omologava le partite del primo turno di andata di Coppa Italia disponeva a carico dell’allenatore del Mogliano Cavinato Andrea visti art. 028/1 ovvero per “Illecito tecnico del tesserato non partecipante agonisticamente alla gara” manifestatosi secondo la lettera C (“Qualora proferisca parole offensive ovvero tenga un comportamento irriguardoso nei confronti degli ufficiali di gara“) ed inasprito dall art. 015/1 (“La recidiva“) una sanzione di interdizione per 75 giorni ovvero fino al 31/12/2018 incluso.
Va chiarito che il regolamento di giustizia del rugby per “interdizione” intende al Capo 3 Art 6:”L’interdizione da qualsivoglia attività o funzione in ambito federale..”.
La scorsa settimana ha avuto luogo in ambito federale una riunione di approfondimento tecnico tenuta dal gruppo arbitri (Cnar) con gli allentatori di Top12 e, fra lo stupore dei presenti, si è presentato alla riunione anche il tecnico “interdetto”, che vi ha assistito e partecipato.
Se un giocatore squalificato entra in campo durante la partita ne paga le conseguenze? La risposta è semplice. Le regole valgono per tutti? Esistono per essere rispettate o aggirate? Perchè qui, tra l’altro, si parla di una sanzione maturata durante una partita su un campo di gioco. Non è una questione politica, qui non c’è di mezzo una mail mandata da Tizio a Caio.
Il fatto è molto grave perchè crea un vulnus evidente a tutto l’impianto di regole su cui si regge il nostro sport. Qui non si tratta di discutere se un giocatore era o non era “fuorigioco” se era o non era “avanti” qui si tratta di accettare le disposizioni passate in giudizio con tutti i suoi effetti, siamo ad un livello successivo. Questo problema non dovrebbe esistere per uno sport che dice di rispettare il giudizio dell’arbitro in campo, il Giudice è addirittura un grado superiore e diverso. La domanda è: vogliamo che questo sport si regga su regole certe? Allora devono valere sempre e per tutti.
Ci sono però tre punti che qui si vuole sottolineare.
Il primo riguarda il sanzionato che si è sentito di essere superiore alle regole e si è presentato alla riunione, non accettando l’autorità giudiziale della FIR e ponendosi al di sopra di essa. Un atteggiamento davvero deprecabile e che, al di là, delle questioni regolamentare, mina i principi etici del nostro sport. Quello del Coach però, pensate un po’, potrebbe non essere l’atteggiamento più grave.
Il secondo riguarda gli arbitri che hanno tenuto la riunione. Per loro una domanda: hanno provveduto a comunicare al sanzionato la sua impossibilità, causa interdizione, a partecipare alla riunione? Lo avessero fatto e il sanzionato fosse rimasto in sala hanno provveduto a comunicarlo al Giudice perchè verifichi se vi sono conseguenze? Ci si augura che tutto questo sia accaduto per il buon nome della classe arbitrale e per la sua credibilità. Diversamente come dovremmo chiamare l’atteggiamento del Gruppo Arbitri?
Ma questo punto riguarda anche tutti i tesserati in sala. Hanno segnalato agli organi competenti o almeno chiesto spiegazioni per l’accaduto? Perchè le regole si accettano e si gestiscono tutti insieme, è troppo comodo scaricare tutto sul “sanzionato” (condizione che prima o poi tocca a tutti in un modo o nell’altro) o sul Giudice.
Il terzo punto riguarda un chiacchiericcio che gira pesantemente negli ambienti FIR. Si dice infatti che Andrea Cavinato abbia chiesto il permesso di partecipare alla riunione e chi gli sia stato concesso. Allora tutto sarebbe a posto? No, si vuole sapere se questo risponde a verità ed allora chi sarebbe il plenipotenziario federale in grado di rovesciare una sentenza del giudice sportivo, chi è così al di sopra delle regole da poter fare una cosa del genere? Se invece è stato il Giudice stesso perchè non lo ha comunicato per le stesse vie che hanno riguardato la sua disposizione?
Se non fosse stato un Giudice ed invece esistesse il plenipotenziario di cui sopra e quindi esistesse una possibilità del genere sarebbe bene questa persona inoltrasse la sua mail alle Società, perchè alcune di loro hanno giocatori squalificati da far rientrare anche subito e sanzioni pecuniarie da decurtare, meglio se annullare. Proprio per l’assurdità di questa cosa da queste parti si ritiene questo ultimo punto sia solo un “chiacchiericcio”.
Come avete potuto notare tutta questa vicenda è scritta con il “condizionale”: cosa è avvenuto? Come è avvenuto? Ci sono troppe cose importanti da chiarire, cose che devono travalicare nomi ed i cognomi, perchè questa non è solo una una cosa che riguarda alcune persone ma soprattutto che riguarda tutti. Qui si vuole capire come il “sistema-rugby” intero si pone di fronte alle regole che lui stesso si è dato.
Per questo motivo chi scrive qui ha deciso, ed invita tutti i tesserati conivolti nella questione a fare la stessa cosa, di rivolgersi alla massima carica del nostro sport, al Presidente Federale Alfredo Gavazzi Lui ha strumenti e risorse per verificare i fatti e far chiudere la vicenda secondo le regole vigenti senza ulteriori schiamazzi e spifferacci da corridoio. Quindi adesso tocca a lui.
