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QUESTIONE DA PRO

BENETTON DOUBLE FACE: RESILIENZA ED ADATTAMENTO. COSI’ SI ARRIVA AL SOGNO

Monty Ioane qui da protagonista del match di casa con Harlequins , buone la prestazione anche con Agen

Ci vorrà una combinazione micidiale perchè la Benetton Treviso passi il turno di Challenge Cup ma solo scrivere di questa opportunità per un team italiano regala già un primo stordimento. Sarebbe un sogno.

Quelli di Crowley devono andare a vincere a Grenoble, team non irresistibile, è in posizione n° 12 nel Top14 francese con 9 sconfitte e solo 3 vittorie, 2 pareggi, una differenza punti a -77 e la quarta peggior difesa del massimo campionato francese. Vincessero non basterebbe, devono accadere altre cose su altri campi e qui partono i rimpianti.

La porta per arrivare fino a qui, davanti a questo sogno,.è stata senz’altro la vittoria casalinga con gli Harlequins del 8 dicembre scorso ma il portone si è spalancato dopo il match della scorso fine settimana, sempre casalingo, e la roboante vittoria con Agen, altri francesi ma messi decisamente peggio di Grenoble nel proprio campionato. Due vittorie completamente diverse per Treviso, due team diversi in campo, e forse è proprio il loro confronto a dimostrare la capacità di lettura e di interpretazione del match da parte dei biancoverdi (bianco-azzurro in coppa), doti a suo tempo sconosciute.

Treviso ha vinto in casa con gli arlecchini londinesi mantenendo il 51% del possesso, con Agen solo il 39%, e per il territorio vale pressapoco la stessa cosa, aveva concesso 15 turnover agli inglesi, solo 10 ad Agen, con i francesi ha guadagnato in attacco 318 mt (Agen 434) con gli inglesi 375 (292 gli avversari) ed i passaggi 146, quasi lo stesso numero degli avversari mentre con Agen solo 113 (50 in meno degli avversari) ma 6 mete realizzate. I francesi erano meno temibili? Tutto vero ma con loro la Benetton ha sfoderato 166 placcaggi (circa il 15% sbagliati) mentre con gli Harlequins ne erano bastati 102 (oltre il 20% sbagliati). Due partite opposte sul piano tattico, palesemente preparate con linee di gioco e di risposta agli avversari completamente diverse e poi interpretate in maniera quasi perfetta in campo.

Questa Benetton ha la capacità di leggere la partite e l’avversario prima e durante il match, riesce a fornire interpretazioni diverse e non sente la necessità di proporre una propria schematica dimensione per vincere. L’adattamento è una componente importante del rugby, proporre dei punti di forza è cosa prevedibile, saper gestire le debolezze e le capacità dell’avversario interpretando camaleonticamente il modulo del singolo match e non il proprio “schema” è dote che ci fa guardare molto avanti. Il fattore “resilienza” è una componente di cui si parla con insistenza da poco nel rugby italiano ma a Treviso pare essere argomento della tabella di marcia.

I numeri sopra, ma potremmo vedera la cosa anche su alcuni match recenti di Pro14, dimostrano che Treviso ha allargato a dismisura la sua componente tecnica anche se è vero che il XV entrato in campo con Agen aveva ben 8 giocatori di formazione straniera. Forse per questo motivo qualcuno si chiede, se la Benetton dovesse passare il turno, di chi sia quel sogno. Domande da cassettone. Intanto speriamo accada.

Chissà, chissà, domani….

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