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SERIE A ELITE

VERDETTI DA TOP12: VERONA DI UN SOFFIO, PETRARCA DI DUE. CALVISANO DI FORZA.

Molte Società di questo TOP12 hanno rovesciato i team in questi otto mesi, quello che c’era ad ottobre oggi non c’è più. Moltissimi giocatori si  sono infortunati e, oltre al forte rimescolamento interno delle rose, sono arrivati i rinforzi dall’estero, soprattutto Argentina, anche in questo caso i giocatori italiani erano finiti. Questo è il primo segnale.

L’altro è il numero di infortuni. Tanti, pare quasi mai come quest’anno, ma non è una statistica, solo un’impressione, non si ricorda comunque una annata di questo campionato che si fosse sentita così spesso la parola “infortunio”. Cosa sarà?

Tanto di cappello all’arbitro Piardi ed ai suoi collaboratori che nel match di Reggio Emilia non ha avuto timore di mandare qualcuno fuori dal campo 10 minuti a farsi controllare dopo un evento di concussion. Avendo Piardi applicato la cosa a più di uno vien da pensare che l’arbitro bresciano ed i suoi si fossero fatti, su questa cosa della concussion, un appunto con la penna rossa fin dallo spogliatoio. Bravo, bravissimi.

Il Calvisano fa 34 punti, non risparmia nemmeno un pezzo di fiato e mette giù quelli di Mogliano come fosse un derby. Gran determinazione per i gialloneri che la mettono giù dura fin dall’inizio, giocano di forza e si portano a casa qualcosa di più del primo posto: la convinzione di essere da primo posto. Prove tecniche di finale?

Fiamme Oro e Rovigo fanno,  nei numeri, mattanza ed i Medicei sentono la primavera o forse è la Lazio che sente il richiamo dell’onore più forte di chiunque altro. Sta di fatto che i match clou di giornata riguardassero però le padovane.

Quella fra Valsugana e Verona è una gran partita. Bella davvero. Il Verona ne esce con la vittoria ed i punti che gli servono per rimanere nel Top12 ma se avesse lasciato sul campo la posta nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Il Valsugana esce con la palpitazione degli ultimi minuti chiusi all’arrembaggio sui cinque metri avversari alla ricerca di una meta che però non è arrivata. Quelli del Valsu forse l’avrebbero voluta “di punizione” quella meta ma forse non c’era e forse chiedono troppo, questo è uno sport che i punti bisogna farseli da soli, specialmente se si gioca con un uomo in più.

Però è stato un gran bel Valsugana, un po’ contratto all’inizio ma che poi prende confidenza con l’importanza del match e diventa anche prevalente in mischia mettendo in seri guai i veronesi. Ottima difesa dei biancocelesti, veloci nel riposizionamento e combattivi sul punto d’incontro, gran velocità in attacco anche se sfruttata meno di quello che avrebbero potuto per quella mania di giocare sempre in mezzo al campo, dove la guardia avversaria era più solida. Gran lavoro di Swanepoel, piace Kurimudu, Sartor c’è e Pivetta riesce a far pesare il suo stile ma Luca Roden è solamente ottimo. Alla fine il Valsugana esce deluso ma matematicamente non retrocesso ed il calendario è un po’ dalla sua parte. Staremo a vedere.

Il Verona deve farsi tante domande. La vittoria è meritata, il profilo tecnico messo in campo indiscutibile, il livello tattico decisamente più maturo degli avversari ma la saga degli errori di posizione, di handling,  i passaggi sbilenchi  e quanto altro che gli antracite hanno fatto vedere sono una brutta macchia. Non fraintendiamoci, Il Verona è stato in larga parte molto bello, quindi bella l’impostazione del gioco al piede ed il guadagno di territorio, bello lo spostamento dei centri, ottima la difesa avanzante e la pressione continua ma le palle vaganti sul campo erano tutte sue, gli errori elementari anche, il finale al cardiopalma nasce così. Si ha avuto l’impressione che il tecnico dei veronesi pretenda dai suoi giocatori qualcosa che loro ancora non hanno: Tu vuo’ fa’ n’zelandese ma si’ nato in Italì. Nel Verona ottimo Navarra, la sua meta è una grande intuizione, molto importante il lavoro di Salvetti ma la mobilità, la visione e la capacità di incidere di Mortali ne fanno, a ragione, il Man of The Match.

A Reggio Emilia vince il Petrarca, con merito, con determinazione, con volontà ma anche con un punto di domanda sulla vera condizione di questa squadra che ha messo giù una gestione del gioco macchinosa, a tratti decisamente lenta, con collegamenti fra i reparti che sembrano saltare in fase di attacco per rinsaldarsi con gran solidità in difesa.  Qualche errore di troppo nei placcaggi per gli uomini di Marcato ma una condizione mentale decisamente migliorata ed un atteggiamento difensivo di un livello decisamente più alto della categoria. Alla fine il Petrarca vince perchè è più forte. Mennitti Ippolito è il top di giornata, Capraro finalmente gioca nel suo ruolo e fa sfracelli, Manni si distingue, Trotta una sicurezza.

Il Valorugby subisce il match e la pressione avversaria, gioca un gran primo tempo e si spegne nel secondo.  Velocità di realizzazione impressionante per i reggiani che dimostrano grandi skill prima che grandi schemi, quando apre al largo fa venire i brividi agli avversari, poi con il passare dei minuti comincia a dare segni di cedimento sui primi otto e quando recupera forse è tardi. Molto buono Fusco, Vaega è ottimo, Dell’Acqua ha una volontà di ferro e si sa muovere ma Mordacci è il diavolaccio che, da queste parti, è piaciuto di più.

Due giornate alla fine, poi sono play off. Cominciamo a farci quella domanda?

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