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FIR E DINTORNI

COPPA ITALIA: SEDUTI SUL SILENZIO

La Commissione Organizzatrice Gare della FIR ha reso noto il calendario della Coppa Italia per la stagione sportiva 2019/20, al via il prossimo 28 settembre. In pratica la montagna ha partorito il topolino.

E’ arrivata la Coppa Italia composta di, sentite un po’, 11 squadre, le stesse del Top12 meno il Calvisano (che gioca la Challenge Cup). Un duplicato a quattro gironi strutturati in parte sulla base del piazzamento dello scorso anno, in parte su base territoriale, in parte a tre squadre ma con un girone a due, in parte con partite secche ed in parte andata e ritorno. Un assemblaggio disomogeneo e discutibile che dimostra il livello del nostro rugby al punto che verrebbe da rinunciarci a parlarne ma non lo si fa perchè questa Coppa Italia nasconde già tre silenzi e pare brutto aggiungere anche quello sulla sua sterilità sportiva.

Il primo silenzio riguarda il Continental Shield. La mitica “Coppa Gavazzi” trasformata nelle prosopopee dei suoi (di Gavazzi) estimatori nella Terza Coppa europea, che invece coppa non è mai stata, questa meravigliosa manifestazione che l’anno scorso ci siamo giocati praticamente fra noi italiani, è stata abolita. L’organizzazione europea delle coppe per club, la EPCR, ne aveva abbastanza di questa cosa senza senso che solo da noi alcuni (gli estimatori di cui sopra) dicevamo essere quasi una meraviglia. Quindi nelle coppe europee ci sono Zebre e Benetton, team professionisti, e, per il prossimo anno, il Calvisano che ha vinto l’ultimo Continental Shield. Sul futuro del nostro spazio in Europa c’è solo silenzio ma c’è la Coppa Italia a riempire il buco.

Il secondo silenzio riguarda la ripartizione economica (soldi, schei, danè) che veniva assegnata ai team di Top12 che avrebbero giocato in Europa. Che fine farà questo cospicuo contributo economico federale? Secondo le vecchie regole il Calvisano ne ha diritto anche per la stagione 2019/2020 ma in che misura visto non ci sono le altre 3 “europee” a poterne godere? Come sempre sugli assetti economici la trasparenza in Federazione latita ma, tranquilli, c’è la virtuosissima Coppa Italia a darci il gran rugby.

Il terzo silenzio riguarda il progetto sportivo europeo sul nostro rugby. Il caso specifico riguarda intanto le proposte che circolano sulla tipologia di partecipazione alla Challenge Cup della squadra alla quale il Presidente Federale si è detto molto affezionato. Detto questo, che pare già abbastanza, nulla viene comunicato sulla nostra posizione sul futuro del Pro14, la nostra posizione in EPCR e quella in Rugby Europe. A meno che in effetti non ci sia alcun progetto ed alcuna posizione e l’unico problema vero sia quello affettivo. E poi gli altri team hanno la Coppa Italia, cosa vogliono di più?

A questo serve la Coppa Italia. E vi pare poco?

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