
Mettetevi seduti ed armatevi di pazienza perchè oggi è lunga.
RIASSUNTO: LA DOMANDA Il 5 novembre, dopo circa un mese dalla prima volta che lo si era fatto, da questo spazio web è stata fatta una domanda:“…Dopo tutto quello che è accaduto alla nostra Nazionale, dopo il fallimento palese del progetto giovanile e di tutto il nostro rugby in questi anni, Francesco Ascione capo supremo del nostro rugby, capo di allenatori, arbitri e accademie insomma lui, Responsabile Area Tecnica e Presidente della Commissione Tecnica Federale come mai non ha ancora rassegnato le sue dimissioni?” (clicca qui per rileggere il pezzo del 5 novembre)
Una domanda ha bisogno di una risposta e così abbiamo proposto di cercarla in via privata dai Consiglieri Federali dicendo:” ...molti di voi ne conoscono uno o più di uno, magari avete il suo numero di telefono o la sua mail, allora scrivetegli, telefonategli, mandategli un messaggio, chiedete loro semplicemente:” Dopo il palese insuccesso del progetto tecnico federale perchè il Responsabile CTF non ha dato le dimissioni?”
Pare in molti lo abbiano fatto, di molte Società, il dibattito si è aperto, il silenzio spezzato. Anche “Il Nero il Rugby” ha ricevuto mail e varie comunicazioni sull’argomento ed in particolari ha ricevuto alcune risposte molto interessanti, non fosse altro che per gli interlocutori che le hanno inviate: una lettera dal Presidente Alfredo Gavazzi e due da altrettanti Consiglieri Federali.
Abbiamo chiesto ed ottenuto il permesso di pubblicare la lettera del Presidente Federale e quella del Consigliere Federale Roberto Zanovello. Eccole di seguito.
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________Dal Presidente Alfredo Gavazzi _______
“Buongiorno Sig. Franceschi
ho avuto modo di leggere il suo articolo del 5 novembre scorso relativo alla recente Rugby World Cup 2019 e alla figura del Prof. Ascione, nella sua veste di responsabile dell’area tecnica di FIR.
Capisco che si avvicini il tempo delle elezioni federali, che avranno realisticamente luogo da qui a un anno, e che da più parti cominci a percepirsi quel clima che sempre precede l’avvicinamento alle urne che rinnoveranno la governance del rugby italiano per il quadriennio olimpico 20/24.
Da imprenditore, prima che da uomo di rugby, sono uso guardare con obiettività alle situazioni e, relativamente al settore tecnico e ai risultati che hanno caratterizzato il quadriennio corrente, credo opportuno analizzare alcuni aspetti manifesti legati ad un settore di FIR che, per sua natura, è più esposto a critiche frutto dell’emozionalità che di attenta riflessione.
La Nazionale U20 maschile, per anni, ha faticato a garantirsi la permanenza nel mondiale di categoria di prima fascia: da tre anni a questa parte, gli Azzurrini si sono consolidati tra le prime dieci Nazionali di categoria, con un nono e due ottavi posti. Vi sono certamente margini per migliorare questi piazzamenti, ma la consapevolezza di poter contare su un settore giovanile di qualità permette di guardare con ottimismo al futuro a livello seniores.
Relativamente al rugby femminile, dove come Lei sa il divario storico coi nostri competitors è inferiore, credo la crescita a livello internazionale sia sotto gli occhi di tutti: il secondo posto nel Sei Nazioni 2019 e la sesta posizione nel ranking World Rugby rappresentano un posizionamento di tutto rispetto per un settore che, pur giovane, è significativamente progredito.
Da ultimo, questo Mondiale che lei reputa tanto negativo da chiedere la rimozione del responsabile dell’area tecnica, ha segnato a mio avviso un netto divario col recente passato. Siamo stata la migliore delle terze, chiudendo in nona posizione, mostrando chiaramente di aver allargato in modo significativo il margine con le Federazioni Tier 2: la vittoria sul Canada, così sofferta nel 2015, lo dimostra nei numeri.
E’ vero, i quarti di finale sono rimasti lontani: può succedere, quando nel girone si affrontano i futuri Campioni del Mondo e quelli uscenti, ma il ringiovanimento della rosa della Nazionale posto in essere conferma la nostra volontà di guardare al futuro.
Sono ben conscio di come una notizia negativa o polemica possa attrarre un maggior numero di lettori, e per quanto io possa rispettare le sue idee relativamente alla Federazione, a chi la gestisce e a chi ad essa – come il Prof. Ascione – presta la propria professionalità, ben comprenderà come non possa condividerle.
Un cordiale saluto,
Alfredo Gavazzi – Presidente Federazione Italiana Rugby
________Dal Consigliere Federale Roberto Zanovello _______
Caro Stefano
in relazione al tuo articolo titolato “CHIEDILO AL CONSIGLIERE FIR: PERCHE’ ASCIONE NON HA DATO LE DIMISSIONI?” e pubblicato sul tuo sito-blog “Il Nero Il Rugby” il giorno 05/11/2019, sono a precisare quanto segue.
Ai consiglieri federali FIR, e quindi anche al sottoscritto, in virtù di Codici Etici, di comportamento e Regolamenti non è consentita tra l’altro, la pubblica manifestazione delle proprie opinioni sulla gestione federale, norme vigenti e alle quali devo evidentemente attenermi, pur non condividendole.
Ciò detto nell’articolo Lei pubblicamente chiama in causa quali interlocutori i Consiglieri FIR, e quindi anche il sottoscritto e nel porre la domanda “Dopo il palese insuccesso del progetto tecnico federale perché il Responsabile CTF non ha dato le dimissioni?” a mio avviso ingenera nel lettore, con la Sua consueta abilità, la suggestione che il fatto negativo sia imputabile al Consiglio Federale e quindi anche al sottoscritto.
Ciò rende necessario una presa di posizione di risposta a mia tutela, quanto meno politica, essendo come noto un consigliere dell’opposizione sin dalla mia elezione.
Ma la risposta alla Sua domanda non può venire da me, sia per i limiti di manifestazione del pensiero citati, sia perché ritengo che le dimissioni, quale rinuncia personale ad un incarico, siano evidentemente personali e autonome, e quindi di esclusiva competenza del diretto interessato.
Per compiutezza della Sua analisi La invito a consultare lo statuto federale FIR, specificatamente l’art. 28 comma 1 ove si legge :“ Il Presidente ha la responsabilità generale dell’area tecnico-sportiva ed esercita le funzioni apicali di programmazione, indirizzo e controllo relative al perseguimento dei risultati agonistici a livello nazionale e internazionale….”.
Cordialmente
Roberto Zanovello
ADESSO TOCCA A ME. Ecco qui sopra due risposte alla domanda posta e su queste si vogliono dare solo due impressioni molto rapide.
Nella sua lettera il Presidente Federale ci dice che va tutto bene, i risultati della Federazione sono “ok” e quindi nessuno deve dolersene e quindi nessuno deve lasciare il proprio posto ad altri. Nemmeno Francesco Ascione. Secondo il Presidente Federale tutto questo can can di dire che le cose non funzionano è solo sfizio personale del sottoscritto ed il frutto malato del periodo elettorale incombente. Per rispetto alla figura del Presidente non si entra nel merito delle sue motivazioni anche se sono assolutamente…… per adesso non si entra nel merito.
Il Consigliere Zanovello prima di tutto ci ricorda che lui non gode della libertà di parola che ha, ad esempio, il Presidente (cosa più volte denunciata da queste parti) e quindi può solo scrivere due cosette molto tecniche ai fini tutelare la sua opinione (che a questo punto viene da pensare non sia concorde con quella del Presidente). Dopo averci detto che le dimissioni del Prof Ascione stanno alla coscienza di Ascione (così almeno interpretiamo qui) e che i Consiglieri sono responsabili di nulla (abbiamo in effetti avuto questa impressione….), Zanovello mi suggerisce la lettura di un articolo del regolamento dove sono citati i principi di responsabilità dell’Area Tecnica FIR. Seguendo questa indicazione viene da dire che abbiamo una seconda risposta alla nostra domanda: il Prof. Ascione può evitare di fare il gesto di dimettersi perchè, a norma di regolamento, tutta la responsabilità del settore tecnico è del Presidente.
Quindi… dimissioni? Aaaahhhh. Capito.
Stefano Franceschi
