Rob Howley doveva essere il prossimo Head Coach azzurro ma è stato fermato da una inchiesta della sua Federazione, quella gallese, che pochi giorni prima del Mondiale, lui era della pattuglia dei dragoni per il Giappone, lo ha inquisito perchè aveva il vizio delle scommesse.
E’ di questi giorni la notizia che Howley è stato squalificato per 18 mesi, i detective sportivi gallesi gli hanno potuto attribuire non una distratta scommessa nella tabaccheria all’angolo dopo una festa con amici ma ben 1.163 puntate in quattro anni.
Il caso del Coach gallese ha riportato alla luce il fenomeno delle scommesse legate al professionismo ed in particolare delle scommesse legate agli stessi professionisti dello sport sui quali si scommette. Un circolo viziato e vizioso che il nome di Howley, gli piaccia o no, anche trascorsi i suoi 18 mesi per sempre rappresenterà.
Il fenomeno è ben presente anche in Italia dove si scommette a più non posso e dove il mercato delle scommesse sportive è quello di maggior crescita. Se fra il 2014 ed il 2017 il mercato della scommessa sportiva era triplicato nel 2018 ha avuto un ulteriore aumento del 10,4% con una spesa complessiva di 1,4 miliardi di euro. Ricordiamoci che per spesa si intende che gli scommettitori ci hanno messo un totale di 10,9 miliardi di euro e che 9, 4 circa gli è tornato indietro in vincite. Si parla di “miliardi eh”?
Il trend 2019 è ancora di buona crescita, specialmente per i grandi attori del mondo on-line (+15% nel 2019) che è anche uno dei maggiori sponsor del mondo dello sport in questo momento, ma anche le agenzie non se la passano male (+7,5%) .
Un volume impressionante di soldi capace di stravolgere qualsiasi verdetto. Forse qualsiasi… risultato sportivo.
In tutti i casi teniamo conto che in Italia nel 2008 il 92% delle scommesse sportive era per il calcio oggi il dato è intorno al 70%. Il 30% sono altri sport. E il rugby? Si scommette anche sul rugby, tutti i siti di scommesse hanno la loro sezione ovale ed il Pro14 è uno dei principali campionati su cui puntare, Qualche anno fa (2015) Sportradar aveva fatto rilevare che per il dilettantistico campionato di Eccellenza (oggi Top12) si spendevano circa 20 milioni di euro in scommesse, un budget molto più altro di quello dei team in campo. E adesso come siamo messi?
Insomma Howley ha rimesso in pista un tema conosciuto che da sempre accompagna il professionismo sportivo: le scommesse. E purtroppo questo binomio, oltre che un potenziale strumento di rovina per lo scommettitore, non è mai stato sintomo di pulizia, trasparenza e garanzia dell’integrità dello sport.
Urgente vigilare ed ancora una volta: forza rugby !