Lo sappiamo, il rugby neozelandese riparte il 13 giugno, le cinque franchigie del paese della felce che militano nel Super Rugby si giocano la coppa “Investec Super Rugby Aotearoa”. Quel sabato tutto inizia con Highlanders Vs Chiefs e Blues Vs Hurricanes. Riposano i Crusaders.
Chris Lendrum è Head of Professional Rugby nella federazione “all blacks” ha annunciato LA formula del campionato ma soprattutto l’applicazione per l’occasione di alcune regole sperimentali. Su alcune di queste ci torneremo, soprattutto mentre il campo ce le farà vedere (sempre ammesso che in Italia ci sia la visibilità di Aotearoa) ma su una fra queste si può fare anche subito: la modifica nella gestione del cartellino rosso.
Se quel cartellino non fosse proprio una vera e propria espulsione?
Nel nostro sport, in effetti, quando l’arbitro sventola il cartellino rosso verso un giocatore si hanno spesso molte reazioni. La prima è sulla gravità del fallo, se è rosso un motivo c’è ed è anche forte, poi sulla qualità del giocatore che subisce la sanzione, sulla sua posizione e sul suo peso nel gioco della squadra, la terza però è la sensazione che la partita sia finita. Nel mondo dei professionisti giocare a rugby con un uomo in meno è una cosa difficile, anzi, molto di più, molto vicino all’impossibile.
Però il fallo c’è, la sanzione deve essere conseguente, insomma un cartellino rosso non può diventare giallo. Così in Aotearoa si sperimenterà una nuova applicazione di questa sanzione: i giocatori che ricevono un cartellino rosso possono essere sostituiti con un altro giocatore ma dopo 20 minuti che hanno lasciato il campo. Il giocatore espulso non può tornare in campo. Tutto il resto rimane invariato, incluso processo di fronte alla giustizia sportiva, ma in campo la squadra che soffre il “rosso” rimane con un uomo in meno ben 20 minuti (il doppio del cartellino giallo) ma passati questi può inserire un giocatore nuovamente anche se non quello sanzionato.
La cosa, a leggerla così, pare equilibrata anche se rimane il timore che troppi comincino a fare calcoli su questa novità. Chris Lendrum ha spiegato così il perchè di questa sperimentazione:” Mentre i giocatori dovrebbero, e lo saranno ancora, essere puniti per gioco scorretto, i cartellini rossi a volte possono avere un effetto troppo forte su una partita. Non ci sono vincitori quando un giocatore viene espulso con il cartellino rosso, ma i tifosi del rugby che pagano , i giocatori e gli allenatori vogliono vedere una gara leale. Sostituire un giocatore dopo 20 minuti è il giusto equilibrio“
Messa così non si riesce davvero a capire se questo cartellino rosso con questa nuova gestione diventa più rosa o più granata, del resto le sperimentazioni servono a quello.
Con questo test New Zealand Rugby mette ancora una volta in scacco il rugby mondiale dimostrando un dinamismo che in Europa non esiste, una tensione verso la “creazione” del gioco che sul nostro continente è davvero contenuta.
Questa è forse anche una mossa di “benvenuto” per la rielezione dell’inglese Bill Beaumont a Presidente di World Rugby, uomo di fatto rieletto dall’Europa conservatrice del Sei Nazioni contro il rugby del sud e di Sanzaar. “Ti facciamo vedere noi come si mette a posto il rugby” sembrano dire gli All Blacks al resto del mondo. Così, su due piedi, è difficile contestarli.