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IL VALORUGBY PUNTA IN ALTO E CI FA VEDERE ALMENO TRE COSE…

Jacques Brunel torna in Italia, il Valorugby Reggio Emilia ha infatti annunciato l’ingresso dell’ex Head Coach della nostra Nazionale e di quella francese, come consulente nello staff tecnico della squadra. Un colpaccio del Presidente Enrico Grassi che ha riportato a Reggio Emilia una bella amicizia nata fra lui e Brunel quando questi tenne a battesimo la nascita del progetto educativo Valorugby nel 2015.

Il super-tecnico transalpino porterà la propria esperienza di alto livello per aiutare i Diavoli a crescere ulteriormente. Brunel ha iniziato il lavoro già da qualche settimana con breefing in videoconferenza con Roberto Manghi, a cui lo lega un rapporto d’amicizia di lunga data, e con i suoi assistenti (anche il vice Williami Vaki é legato all’allenatore transalpino dai tempi in cui giocò in Francia). Già questa settimana sarà in Italia per andare sul campo.

Perchè si racconta questa cosa con tanta dovizia di particolari? Perchè si vuole dimostrare che il Valorugby non si è portato a casa semplicemente un gran consulente ma ha messo a frutto un collegamento, ha sviluppato una relazione, una opportunità che si era procurato qualche anno addietro. Per fare questo ci vuole capacità di sviluppo interno, relazionale, un minimo di programmazione (l’esempio di Vaki) ed un progetto da rincorrere. Insomma, non si fanno le cose a caso.

Certo ci vogliono anche i soldi. Valorugby li ha e li mette a disposizione del proprio rugby per partecipare ad un Campionato, il Top12, che palesemente nella sua prossima edizione vuole vincere portando a Reggio Emilia il titolo italiano.

Ma l’arrivo del titolato Brunel al Valorugby è solo l’ultima di una serie di “colpacci” che il Presidente Grassi con il suo staff hanno portato a termine, caricando una “rosa” che era già di primo livello di nuovi arrivi davvero fortissimi (Leaupepe, Conforti e Gerosa dal Petrarca, Devodier da Viadana e Dan Newton dai Medicei).

Alcuni strabuzzano gli occhi di fronte a questo incedere del team emiliano, altri si nascondo dietro il solito ” aaahhh loro hanno i soldi“, altri si chiudono nel segreto del silenzio macinando forse benevolo compiacimento o forse grassa invidia.

Da queste parti invece si cerca di trarre una lezione da questi movimenti della società di Reggio Emilia, al punto che ci viene da dire che la posizione assunta dal Valorugby ci fa capire almeno tre cose.

La prima guarda allo schema della Società. Il Valorugby si comporta come dovrebbe fare ogni Società di Top12. Una Società di massimo livello dovrebbe avere: disponibilità economiche a garantire quel livello, capacità di programmazione, gestione di un grande vivaio, capacità di scouting. Il Valorugby si è messo in questa dimensione, perchè mai un team di Top12 dovrebbe essere da meno?

Una seconda riguarda proprio Brunel perchè la collaborazione con un grande Coach ( o con stranieri di qualità) aumenta la cultura del rugby sul territorio. Il Valorugby si era dato fin dal primo giorno una mission più globale fuori dai propri confini, per quello si chiama così e non semplicemente “Reggio Emilia”. La Società di Grassi intende rispettare questa condizione di essere Società-faro per il territorio. Perchè mai un team di Top12 dovrebbe essere meno di così?

Il terzo punto riguarda più generalmente il campionato. Se il Top12 il prossimo anno troverà solo pochissimi team in grado di competere con le qualità tecniche e sportive del Valorugby non è un problema degli emiliani ma di chi organizza il campionato senza darsi un livello minimo accettabile. Il Valorugby vuole arrivare alla vetta del rugby italiano, esattamente come dovrebbe proporsi, almeno ciclicamente, ogni team del nostro massimo campionato. Non si dovrebbe stare al vertice per “fare numero” ma per competere davvero.

Il rugby cresce così.

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