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SERIE A ELITE

PER UN TOP10 CHE CI PROVA. VIADANA NE HA DI PIU’, COLORNO NE FA DI MENO

Il TOP10 fa tutto quello che può per risultare interessante. Due soli i match disputati nell’ultimo fine settimana ma entrambi larghi nel punteggio e con qualche emozione in più del previsto.

Anche se il “campione” di riferimento è tutt’altro che ampio una considerazione va fatta sul TOP10: c’è ancora una ricerca della velocità ma anche del suo opposto. Vittima di tutto questo il tempo effettivo di gioco e soprattutto  i suoi livelli di continuità (quest’anno peggiorati).

Perchè non c’è alcun dubbio che praticamente quasi tutti i team visti fino ad ora cerchino la velocità come elemento tattico, guardino ad un adeguamento ai “livello superiori” puntando sulla esecuzione rapida, sulla speditezza nel prendere decisioni, sulla ricerca di “bruciare” l’avversario anche sul piano atletico. Questo sta accadendo, la cosa piace …. ma….purtroppo c’è un larghissimo “ma”.

A tutta questa fugace apparizione di “velocità” le squadre legano poi, ad esempio, lunghe, a volte interminabili pause per la ripresa del gioco (ripartenza da una touche, posizionamento verso una mischia, recupero posizione per il calcio). E’ un continuo rallentamento, quasi ogni fischio arbitrale è un piccolo tentativo di suicidio del match alla cui ripresa corrispondono poi, iniezioni di salvifici recuperi della sua ossigenazione attraverso appunto i nuovi tentativi di velocizzazione delle operazioni.

Poi gli arbitri, che sono i primi alleati in campo per questo rallentamento generale, che alimentano le pause: concedono “interviste” ai giocatori fra un recupero e l’altro, si posizionano camminando invece che correndo, che fischiano e poi danno luogo a lunghe dissertazioni con gli aiutanti sui lati (perchè non darsi dei veloci gesti convenzionali pre-stabiliti e basta?). Non tutti e non sempre, ovviamente, ma in TOP10 l’atteggiamento generale della classe arbitrale è quello di un piccolo esercito senza ordini.

Nel TOP10 c’è evidentemente una parte che cerca di migliorarsi, va aiutata. Chi organizza il campionato non se ne cura, si sa, ma non ci si può fermare lì. Altrimenti diventa una scusa

COLORNO vs LYONS PC 42 -21 .Ovvero quelli di casa che sbagliano decisamente meno, ma anche che “giocano” decisamente meno, tanto piede, anzi troppo, ma anche la capacità di approfittare al momento giusto  dell’unica fase di vantaggio che quelli di Sarto avevano sugli avversari: il “carrettino”. E’ così che quelli di Colorno si consumano in spinta ricavandone almeno tre mete finite  ed una superiorità psicologica senza pari.

La partita si gioca anche su un cumulo di falli alto così e Colorno ne fa meno e soprattutto meno “impegnativi”. Due i gialli per i Lyons che daranno il via alla danza dei parmigiani. Alvarado e Silva i the best visti da qui, con Van Tonder dietro a fare la guardia.

I Lyons perdono, anche male, ma non sono per nulla “sbagliati”. Giocano alla mano e provano in più occasioni a sfuggire al rugby-autoscontri; abbiamo già scritto, eccessivamente fallosi, ma forse anche con un pelo di condizione atletica inferiore agli avversari. Insomma quelli di Piacenza fanno vedere più rugby. Positivi (nel senso buono) Katz e Bruno ma una segnalazione la merita Petillo (anche se poi quel giallo…..). Man of the match Massimiliano Chiappini, un piacentino. Ma gioca a Colorno. Ironia della sorte.

VIADANA vs CALVISANO 31 -24. Troppi errori e tutti in fasi topiche del match, questo è l’unico rimprovero che Calvisano può farsi per aver lasciato ad un Viadana in gran spolvero la partita. Una palla persa, un “in avanti”, un errore in touche, un passaggio male indirizzato e via così e tutto ad un passo da una manciata di punti, è questo il Calvisano che non ti aspetti, che fallisce sui fondamentali e mantiene invece degli assetti di gioco invidiabili.

Meglio la mischia ordinata di Calvisano, più ampio e variegato il gioco di attacco con un ottimo Hugo che prova combinazione diverse ed i suoi che lo seguono, anche la difesa ha un ottimo standard, anche se mai veramente avanzante è sempre sufficientemente precisa. Tocca a Viadana infatti fare “il bresciano”, giocano più di percussione quelli di Fernandez, aprono con meno frequenza, rallentano qualche pallone di più, puntano spesso sul combattimento puro.

La svolta all’inizio del secondo tempo quando Viadana capisce che può fare davvero “possesso” e colleziona qualche buco in più (bello quello preso dall’ottimo Caila), poi una serie di placcaggi da paura in difesa, una meta “fortunosa” su un errore di lancio in touche degli avversari. Viadana fa poche cose ma le fa troppo bene e questa è tutta la differenza.

Nel Calvisano Bronzini e Vunisa meglio. Inserimento dal primo minuto di Manfredi Albanese a mediano di mischia (cl 2001) ma i conti non tornano e quando entra Semenzato nel secondo tempo la musica cambia completamente. Il giovane Manfro si farà, ha dei gran numeri, ma è difficile quelgli allenatori che mettono nella mischia al primo minuto, in un Derby come Viadana Vs Calvisano, in un ruolo centrale, un ragazzo che poi …… .Mah.

Viadana ha l’ottimo Ceballos che fa di tutto e poi un gran Apperley e Casado Sandri che, ai soli punti, forse vince la sfida dei numeri otto; la spina nel fianco degli avversari è però Giampietro Ribaldi (cl 97) già “caimano” e giovanile viadanese, un ottimo risultato del vivaio. Evviva.

TOP10 che non si arrende, qualcuno ci prova. Siamo ad un importante nuovo punto di partenza?

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