Così scorre il Top10 versione “zonarossa”, con il Petrarca che, fra una maul e l’altra, porta a casa il bottino pieno a Piacenza ed il Valorugby che stanca il Viadana fino a farlo capitolare. Ma nel buio degli uffici federali ben altro risuona, già da qualche giorno, trattasi della “punizione” data a Colorno.
Il fatto è presto raccontato, il Giudice Federale ha rilevato che, nel match contro Viadana, il Colorno ha impiegato quattro giocatori di formazione non italiana (Van Tonder, Smith, Kearns, Alvarado) con ciò violando le disposizioni di cui al punto 2.4.2.2 di pag. 36 e al punto 1 lett. C) della sezione 13 di pag. 113 della Circolare Informativa 2020/2021.
La cosa costa al Colorno altri 4 punti di penalizzazione (totale di 5 punti in meno rispetto al campo). Posto che lo spiffero di corridoio racconta che il Colorno considera di formazione italiana il giocatore Franco Smith Jr (figlio del nostro Head Coach azzurro), perchè ha giocato nelle giovanili del Benetton Treviso, ci sono due aspetti da ricordare.
Il primo: questo caso Smith cosa vi ricorda?
Correva il dicembre 2016 ed il San Donà riceveva uguale pesante sanzione per aver fatto giocare Luca Petrozzi come italiano quando, secondo la FIR era invece straniero perchè nato in Gran Bretagna. Gli ordini e gradi di giustizia della FIR rifilarono la tegola contro il San Donà fino a quando si scoprì che la FIR aveva sbagliato nella redazione delle liste dei giocatori “di formazione italiana” e finalmente il San Donà ebbe ragione.
Peccato però che quella “ragione” il San Donà l’ebbe solo in quanto ricorse fino al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI che ne dispose diverse mesi dopo. Grazie a quella “sanzione” emanata intanto dalla FIR il San Donà perse l’accesso alla fase finale del Campionato con tutti i privilegi sportivi ed economici conseguenti.
Smith come Petrozzi? Speriamo di no, anche se siamo in tanti ad aver visto giocare i ragazzi Smith a Treviso. Del resto il Colorno ha poco da star sereno, si vada a leggere le sentenze FIR sul caso Petrozzi e sentirà il rumore dei graffi sugli specchi, ci è voluto il CONI per ripristinare la cosa e dare verità.
Riuscirà la FIR questa volta a fare bene le cose subito, in trasparenza e con una apertura alle Società che è, prima di tutto, dovuta?
E adesso viene il secondo tema: possibile che non esista una lista nazionale FIR con l’elenco dei giocatori tesserati in Italia ammessi come formazione locale nonostante altre provenienze o casistiche varie? Insomma non esiste una lista degli eleggibili? Mica difficile da fare e dopo il caso Petrozzi qualcuno in quegli uffici avrebbe dovuto muovere….. mari e monti per realizzarla. O no? Troppo facile? L’uovo di Colombo?
Se quello di Colorno si dimostrasse un errore, se Smith non avesse davvero i titoli pensati, la sconfitta dell’organizzazione FIR non è meno evidente. Sarebbe l’ennesimo esempio della mancanza di cura verso il massimo campionato italiano. Perchè certe cose non devono essere intuite dalle Società ma sapute in precedenza, gestite in anticipo da chi organizza al fine di salvaguardare il fatto che il risultato di un match sia sempre quello del campo. Altro uovo di Colombo.
Staremo a vedere.