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FIR E DINTORNI

ELEZIONI FIR: PRIMA DEL VOTO C’E’ QUEL VUOTO

Non fatevi idee troppo ottimistiche, la questione fra vuoto e voto non è un gioco di parole. Le elezioni federali del 13 marzo che ci daranno nuovo Presidente e nuovo Consiglio del rugby italiano in questo momento, così importante e duro per tutto il nostro mondo,  sono alle porte, la caccia al voto è serrata, aspra , decisa.

E si vede il vuoto. Cinque candidati in corsa, tutti con il loro vuoto intorno che ve ne parliamo un attimo, ma giusto un attimo che ultimamente c’è qualcuno che è pure permaloso.

Alfredo Gavazzi si ricandida, con il suo vuoto di risultati, non solo al Sei Nazioni, ma le franchigie, ma le Accademie, ma il rugby di base, ma il Sud. Vuoto. E poi il suo vuoto di eredi al soglio, il suo vuoto di amici in un Consiglio che gli ha voltato le spalle perchè sono ben due i “suoi” fedelissimi che si candidano.  Beh, su questo viene da dare ragione a lui, che ci ha sempre messo la faccia. Non si è mai girato. Anche questo però non finiremo mai di contestarglielo.

Uno dei due è Nino Saccà, niente meno che vice-presidente vicario, adesso vuole il posto più grande lassù. Si candida con il suo vuoto di appoggio, ovvero vuoto di condivisione, perchè i Consiglieri che si riferiscono a lui non si sa chi sono, anzi non ci sono. Lui si basta da solo con il suo vuoto di scuse perchè come  ce lo spiega, che dopo otto anni con l’Alfredo, così improvvisamente, in un bel giorno d’inverno ad un paio di mesi dall’elezioni, improvvisamente, non è più d’accordo con il suo Capo.  Il suo è un Programma con vuoto di memoria: otto anni senza ricordarsi di dover unire qualcosa nel rugby italiano e poi improvvisamente invoca unione e buonsenso. Ma sempre quello degli altri.

Paolo Vaccari si candida, quando lo ha fatto sono partiti i promo e le majorettes, l’apparato FIR dicono sia con lui, i grandi capi stanno lì. Nomenklatura. Poi abbiamo letto il suo programma, un vuoto di idee, il nulla sotto vuoto spinto, il record di frasi fatte, marketing di buon livello ma questi non sono gli awards del promo o del miglior influencer. Gli chiedi una intervista ed il suo “staff” ti chiede se gli mandi le domande in anticipo,  fa gli incontri in giro e ti raccontano che parla un suo mentore al posto suo. Vuoto di presenza,  Dicono potrebbe vincere, in effetti è un pericolo, del resto di fronte al nulla siamo quasi sempre tutti d’accordo.

Giovanni Poggiali si candida ma non riesce a farsi togliere il vuoto di candidatura che gli sta intorno.  Non sfonda, ha struttura e gente intorno a se ma lui non riempie. Dicono i suoi che lui è la candidatura “di tutti noi”, che siamo tanti, un team, un gruppo, tante teste, tante idee, la forza del progetto e via così. A  forza di essere tanti e belli hanno fatto un vuoto: il candidato.

Di una cosa ha fatto il pieno Marzio Innocenti, di altri candidati. Lui è in lizza già da due anni, è andato tanto in giro ma non è riuscito ad impedire che dietro il tavolo delle firme facessero la fila altri cinque candidati. Uno glielo hanno escluso che forse il Marzio è ancora lì con il sospirone.  Marzio il vuoto lo vuole fare, se lo fanno Presidente lui li caccia tutti, così dice da tempo ed è questo vuoto di apertura unito ad una sensazione che forse vede troppo vuoto nelle teste dei competitor che gli fa un po’ di vuoto intorno. E’ due anni che gira e insiste….come glielo vai a spiega’…vuoto voluto non è mai troppo.

E adesso , cari candidati, non fate gli offesi con questo blog perchè vi ha tirato quattro strali giocando col vuoto. Tanto lo sappiamo che fra di voi vi dite di ben peggio.

Una cosa è certa, uno di questi “vuoti” sarà il nostro prossimo Presidente federale. Per sceglierne uno e metterci sopra la X bisognerà che si veda se ci sono spazi riempiti qua e là .

Non sarà facile ma “Il Nero Il Rugby“,  darà, per quel che vale,  il suo endorsement, come ogni elezione, la prossima settimana. Non sarà facile ma verrà fatto perchè sul rugby italiano ci vogliamo ancora scommettere. Perchè lui, il rugby, ci rende sempre tutti migliori.

Così per una volta non chiudiamo con il “forza rugby”, questa volta ci ricordiamo di farlo e lo diciamo forte: grazie rugby.

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