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E SE IL PROSSIMO SEI NAZIONI IN ITALIA AVESSE UNA DIVERSA … PRIORITA’?

Qualche giorno fa  “The Times” scriveva (Destination of  TV rights up to Union) sulla nota cessione delle quote del Sei Nazioni al Fondo di investimento CVC. Il giornale inglese ricordava che il prossimo fine settimana potrebbe essere l’ultima volta di una partita del Sei Nazioni in chiaro in televisione.

Questo perché, ripartendo la negoziazione con i Broadcaster dei diritti televisivi del prestigioso torneo, il fondo CVC chiederà alle Union di riscuotere la massima remunerazione possibile, va da se che così i diritti TV andrebbero ad una pay-tv.

Con un tocco di ingenuità che fa molto “english”,  il giornale d’oltremanica ricorda però che gli accordi fra il Board del Sei Nazioni ed il fondo prevedono che quest’ultimo non possa essere operativo nelle attività del Board prima di tre mesi dalla firma del contratto. Dice quindi “The Times”  che, se i diritti TV vengono assegnati prima, non c’è motivo di andare sulle pay-tv ma si potrà rimanere in chiaro. Non farlo sarebbe, secondo il The Times,  una scelta esclusiva e, sottintende, colpevole delle Federazioni del rugby. Oh my God!

Un abbraccio e tanta tenerezza per il giornale inglese ed anche per chi ha scritto questa cosa da prima elementare, perchè il fatto che una organizzazione ti dia un pacco di soldi alto così (350 milioni?)  ed il Board, in virtù di una clausola pre-contrattuale, possa dirgli “fatti più in là”  pare una stupidaggine grossa così.

Insomma noi italiani sapremo giocare un po’ meno bene a rugby ma certe cose da noi non si dicono, sappiamo come funziona; noi invece ci immaginiamo il capoccia del CVC che dice al Board “ ‘cca nisciun è fess” (esclamazione che da noi solo da pochissimo non va più di moda ma rende l’idea).

E in Italia? Visti gli  scarsi risultati della nostra Nazionale ed il rugby che, nel nostro paese,  è finito via via in un angolino buio,  i diritti televisivi in Italia valgono ben poco. Insomma tenete conto che in Inghilterra una partita di quelli della Rosa può avere fra i 5 e gli 8 milioni di telespettatori (ma anche di più).

Più indietro di così in Italia non si riesce a capire come andarci, abbiamo le partite della nostra Nazionale su DMAX e le altre su MotorTrend , un canale di motori, semisconosciuto ai più. Probabilmente finiremo sul Gambero Rosso, negli intervalli di QVC  o su “Cavalli e Segugi”?

Rilanciare il rugby in Italia è una cosa alla quale non ci si può sottrarre e, vista la nostra Nazionale, ci si chiede se dobbiamo aspettare otto anni per farlo.  Così, provocatoriamente, ci chiediamo: abbiamo ancora motivi nel nostro paese per mettere al centro dei tre match del Sei Nazioni proprio la partita dell’Italia?

Sappiamo benissimo che questa ha un appeal tecnico bassissimo rispetto alle altre due partite e che molto spesso i nostri avversari ci vengono ad affrontare con una squadra rimaneggiata.  Insomma al di là del risultato, quella dell’Italia non è mai la partita di cartello.

Quindi, forse anche in Italia dovremmo cominciare a guardare il Sei Nazioni per quello che è, il più grande e spettacolare torneo del mondo e dargli spazio esattamente per quello che vale ogni singolo match.  Ne nascerebbe, per la comunicazione esterna e per la promozione del nostro sport, forse per la stessa cessione dei diritti a livello locale un diverso ordine di priorità delle partite, la partita dell’Italia sarebbe la n° 1 solo per chi il rugby lo conosce già.

Fa male sentire una cosa così? Diceva il mi’ nonno : “male voluto, un è mai troppo”.

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