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AFFARI ESTERI

ELEGGIBILI DA SUPERPOTENZA O DI RITORNO

Tre notizie sulla “eleggibilità”, ovvero sulle ormai folli norme emanate da World Rugby per permettere a giocatori non nati e non cresciuti, nemmeno come formazione, in un determinato paese di vestirne comunque i colori della Nazionale.

Siete pronti a storie e storielle di Head Coach fantasiosi, Talent Scout in missione e proposte “stellari”? Pronti via.

VIVA VIVA VIVA L’INGHILTERRA  Il Daily Telegraph riportava,  qualche giorno fa,  che  Eddie Jones, il grande Head Coach della grande Inghilterra, quella che ha un grande vivaio, che ha molte centinaia di migliaia di giovani tesserati, quella che ha il campionato più bello del mondo eccetera eccetera eccetera eccetera… Quell’Eddie lì avrebbe mandato un suo talent scout niente meno che a Sale per salutare, omaggiare, vedere e parlare con il ventuneenne Ewan Ashman.

L’emissario del Jones dovrebbe convincere lo scozzese Ewan… che ha già militato nell’Under17,  poi nella Under18 e poi in Under19 della Scozia, che è nelle mire del Coach della Scozia Gregor Townsend, che lo ha già convocato nella sua Nazionale maggiore però senza farlo giocare….. ecco  l’emissario di Eddie Jones dovrebbe convincere Ewan Ashman a passare armi e bagagli con l’Inghilterra.

Che volete aggiungere? Venghino venghino signori & signori che Jones tiene bisogno.

SAYONARA RUGBY  Jamie Joseph è Head Coach neozelandese del Giappone, la grande Nation emersa dai Mondiali. Jamie probabilmente è in fase agitata in questo momento,  perché nel mese di giugno la sua nazionale affronterà i Lions per l’inizio della loro preparazione al tour del Sudafrica.

Così Coach Joseph ha diffuso la lista dei suoi convocati del Giappone per l’inizio della sua preparazione. I giocatori sono ben 52!

Insomma avete visto quanti giocatori ha il Giappone? Tanti tanti, ha tante risorse il Giappone,  è una grande nazionale, un grande progetto di rugby ….. lasciamo però da parte che la metà di quei giocatori convocati per la Nazionale del Sol Levante sono stranieri.  Una flotta di tongani (tanti davvero questi),  sudafricani, neozelandesi, australiani con il certificato di residenza in Giappone da tre anni.

Punto e a capo.

IDEA PACIFICA  La terza notizia viene dalle isole del Pacifico da dove Welfare Dan Leo, rappresentante della comunità ovale delle Isole di laggiù,  continua a chiedere a World rugby un cambio delle regole sulla eleggibilità.

In effetti, come sanno tutti, queste norme svuotano proprio le Isole,  le maggiori Nazionali del mondo sono piene di tongani, samoani, fijiani che si mettono la casacca del paese dove hanno il Club e lasciano da parte quella  decisamente  più povera delle proprie Isole . Un mercato che va avanti da parecchio e che sta cominciando ad avere anche risvolti davvero poco etici il cui racconto oggi tocca rimandare.

Ma il peso del soldo delle grandi potenze mondiali del rugby si fa sentire anche nelle stessa richiesta di Dan Leo. Cosa credete che abbia chiesto Leo? Di farla finita? Di cambiare tutto e lasciare alle Isole i suoi giocatori? No. Leo ha chiesto solo che questi giocatori possano rientrare nelle proprie Nazionali dopo un “tot” numero di anni che non sono convocati dall’altra Nazionale.

Insomma dopo 3/5 anni che la Nuova Zelanda, la Francia, il Giappone, l’Inghilterra  e via così non ti convocano più… puoi giocare con la tua Tonga o Samoa o Fiji.  Di male in peggio, Leo si è inventato la “nazionale di ritorno”, lo scarto della Nuova Zelanda (o altri)  che cambia ancora maglia e può giocare nella Nazionale di casa sua.

No dai… bastà così…. il commento si vergogna a farsi vedere. E’ troppo brutto.

 

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