I play off si giocheranno davanti al pubblico, circa 1000 non uno di più. Nessuno ha pianto, nessuno ha nemmeno riso, non ci risulta che ai botteghini siano arrivate 10.000 prenotazioni. La misura infatti ha più un valore simbolico per lo sport in sè che non direttamente per i play off. Capiamoci, da queste parti si è molto contenti che ci sia stata la volontà di richiederla.
Detto questo e applaudito tutti, compresi i mille non uno di più, ci rimbomba nella testa la domanda che si è fatto in una intervista a “Il Gazzettino” Vittorio Munari qualche giorno fa.
Dopo essersi detto “lieto” dell’eventualità il pubblico potesse accedere allo stadio si è chiesto il Munari “La domanda indiretta è se per noi sarebbe un vantaggio giocare a porte semi aperte..”. Il Vittorio Dg petrarchino si fa la domanda ma disperde la risposta. Del resto ha ragione, è la domanda quella che conta.
Questo Top10 è stato un campionato strano, gestito a suon di tamponi dove, con gli spalti dalla prima all’ultima giornata sempre vuoti, i team scesi in campo nel silenzio e senza pubblico, hanno acquisito un modo diverso di starci. Detto questo, è un vantaggio per loro, nelle partite assolutamente più importanti, stravolgere questo equilibrio?
Insomma, una volta imparato a giocare senza il fattore campo, quest’anno appunto mai esistito, a chi dà più fastidio ritrovarlo a metà? Alla squadra di casa o agli ospiti? Quali team saranno più sensibili a questo cambiamento?
Ripeto, non capiamoci male, va bene la gente sugli spalti, ma a livello esclusivamente tecnico, puramente, sportivo, squisitamente concentrato sul fattore mentale delle squadre, cosa vuol dire mettere sugli spalti quei mille?
Nella opportuna domanda posta da Munari c’è la sintesi di questo campionato un po’ folle che alla fine dovrebbe trasformarsi in qualcosa di maggiormente aderente ad una “realtà” che però non gli è mai appartenuta e che da molti mesi non vive più.
Quindi buona la domanda “è un vantaggio?” e buona anche la non-risposta che aggiunge un tassello nuovo a questi play off: “non lo so, vedremo, non è mai successo“.