Anche quest’anno le semifinali e le finali del massimo campionato italiano sono state giocate (al momento in cui si scrive manca solo la finale) con l’ausilio del TMO. Ovvero è stata portata nel TOP10 la pratica più sconosciuta e desueta del campionato stesso.
Il TMO, ovvero la possibilità per l’arbitro di chiamare la regia (o essere chiamato dalla regia) per rivedere in video una azione dubbia. In Italia non c’è o meglio c’è solo per cinque partite (quattro semifinali e la finale) del TOP10. Gli organizzatori del massimo campionato italiano (la FIR) pensano forse così di poter migliorare l’immagine o il livello di quel campionato. Da queste parti fare una cosa così pare invece una veniale ma solenne stupidata.
Vero invece è che, improvvisamente, giocatori che per un’intero campionato non avevano avuto nessun confronto con il TMO vengono portati al suo cospetto; i loro movimenti in campo, ormai consolidati da una stagione di fatica, vengono passati per lo scanner dello strumento che rappresenterebbe la perfezione arbitrale.
L’unico risultato fino ad ora è stato, come gli altri anni, che si son viste annullate mete che altrimenti durante il campionato sarebbero e sono state assolutamente accettate, sono stati esibiti cartellini gialli che durante il campionato non sono e non sarebbero stati esibiti, sono stati visti falli che durante il campionato non erano considerati tali, messe giù sanzioni che per una intera stagione non erano considerate. Insomma un tripudio di perfezione della nostra Federazione che, anche quest’anno, si è perpetrato davanti agli occhi innamorati di tutti i fans del massimo campionato italiano: viva viva il TMO!
Se il TMO è considerato una pratica necessaria per il TOP10, per poterlo far crescere, farlo diventare un campionato più bello, più avvincente, più vicino a quelli che contano e soprattutto più regolare, perchè paiono queste le motivazioni che lo fanno applicare a semifinali e finali da diversi anni ormai, allora è ovvio che, nell’ottica di rilancio di quel campionato, questa cosa debba trovare spazio effettivo da qui e per sempre.
Quindi, dal prossimo anno, tutte le partite di TOP10 dovranno avere a sostegno il TMO. Questa è la proposta ma, più che una proposta, pare una impeccabile deduzione dell’atteggiamento federale. Insomma, la cosa, visto il tutto, pare scontata. Però vestiamola pure da proposta.
Abbiamo una intera estate per preparare i nostri arbitri a questa cosa. Perchè anche loro in campo in questi match finali, sono apparsi impacciati e teatranti, in certi momenti imbarazzati e mielosi, a tratti fuori posto, si sono impegnati moltissimo ma era palese che avevano a che fare con una cosa che non avevano mai visto o quasi (salvo gli internazionali di lungo corso).
Certo che un problema economico c’è. La designazione, ad esempio, per la prossima finale ammonta a ben sette persone: dal primo arbitro ai due assistenti, il quarto ed il quinto uomo, il TMO ed il Citing Commissioner. Magari per il campionato regolare si potrebbe sfrondare qualcosa, non devono per forza essere sette, cinque possono bastare.
Poi ci sono le cabine di regia da mettere nei cinque campi di giornata e le riprese da garantire con almeno tre telecamere. E così, grazie al TMO, il TOP10 diventa, anche televisivamente, una vetrina decisamente più interessante anche sul video.
Insomma questa cosa del TMO può fare un sacco di bene: al campionato che diventa sicuramente “migliore”, alla crescita di giocatori ed arbitri, alle Società che devono saper organizzare spazi (per le attrezzature) e staff, al marketing federale che ha un prodotto di maggior qualità da presentare. Ma anche molto altro.
Insomma, smettiamo di giocare a fare i grandi solo quando arriva aprile e maggio, se puntiamo alla crescita di questo campionato bisogna cominciare. La proposta : un TMO è per sempre.