Paolo Garbisi, 21 anni, 10 caps nella Nazionale italiana e ben 7 alla Benetton si trasferisce a Montpellier; invece Federico Mori, 20 anni, con ben 9 caps nella Nazionale italiana e addirittura 11 nelle Zebre si trasferisce a Bordeaux.
In compenso il Paolo, a fronte dei 17 caps totali da prof (più in Nazionale che al club), avrà avuto circa 100 articoli di giornale che lo hanno incensato come “pepita del rugby italiano”, ed il Federico, con addirittura 20 caps da prof, ci va dietro. Garbisi e Mori sono senz’altro entrambi dei grandi talenti del rugby ma il tempo di dimostrarlo davvero non lo hanno ancora avuto. Ma a certa grancassa basta davvero poco
Vittorie entrambi ne hanno poche. Per quelle azzurre sapete bene il numero tondo qual è, Garbisi ha vinto la Rainbow Cup l’unica volta che ha giocato “da grande” a Treviso e pochi giorni prima di andarsene da Treviso.
I due si trasferiscono in Francia e, sinceramente, è una cosa molto buona. Non fosse altro perchè ci credono tantissimo. Però, siamo seri, il perchè ci vanno adesso lo sanno forse loro e, forse, i loro procuratori (solo soldi? più avanti ne prendevano di più); in tanti quindi non lo hanno capito, anche da queste parti è così ma si va di spallucce.
Andare a giocare in Francia è importante perchè i francesi nel rugby la sanno lunga? E’ vero che è così ma i transalpini sono anche dei tritacarne riconosciuti. Specialmente con chi non deve giocare nella loro Nazionale. Tanti auguri.
Quindi i due giovani vanno in Francia e qualcuno qui da noi si strappa i capelli, come fosse la fine del mondo, anzi del nostro rugby e questa è una surreale idiozia frutto di dieci anni di mitizzazione di giovani rugbisti talentuosi e bravi. Un metodo mediatico che è stato spesso ottimo per rovinarli perchè, senza neanche ve ne accorgeste, molti di questi giovani sono intanto già scomparsi dal radar. Vi si dice solo “Minozzi” ma la lista è lunga.
Quindi auguri a Garbisi e Mori, che abbiano un successo importante, che stravolgano ogni legge del rugby. Forza, qui si fa, ovviamente, il tifo per voi.
Invece ai loro sperticati ed eccessivi adulatori, a coloro che li hanno strumentalizzati per dimostrare che i propri giochi acrobatici “federali” ed “accademici” erano meravigliosi, ai loro fans del mese scorso che li dimenticheranno il mese prossimo, a tutti questi auguriamo invece che il rumore delle future vittorie del rugby italiano copra definitivamente le loro parole. Se proprio non vorranno, guardandosi allo specchio, far silenzio da subito, da soli.