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FORZA RUGBY

RIPARTE IL RUGBY ITALIANO: ALLARGATO

Franco Smith è a capo della nuova struttura dell’Alto Livello – 

Torna il rugby, quello vero, quello giocato, quello dei punti pesanti, con classifiche e trofei, quello che smette di promettere e guarda a mantenere, quello che ha il pubblico, quello italiano e quello mischiato bene: perchè lo United Rugby Championship pare una gran bella novità, chissà che funzioni.

Da queste parti si è lieti di annunciare che questo spazio web seguirà da quest’anno con assiduità l’Alto Livello, mica per chissà quale nostra trasformazione ma perchè il Top10 è entrato ufficialmente a farne parte. La FIR lo ha stabilito ufficialmente. Era ora.

Non era una vera novità, la “riunione di Verona” aveva decretato la cosa mesi fa ma è un’altra bella cosa vederla concretizzata. C’è già pure il nuovo Comitato di coordinamento, presieduto da Franco Smith, il nuovo Alto Livello italiano ora include: la Nazionale maggiore, una nuova Nazionale “A”, Benetton Treviso, Zebre, tutti i team di Top10.

Tutta questa operazione è in effetti un grande allargamento della base, sia a livello di giocatori che di Società e soggetti sportivi coinvolti.  La FIR cessa così di essere una enclave per pochi, un (ricco e potente) club fra i club, una dimensione elitaria ed esclusiva. Vista la nuova organizzazione sui player dovrebbe smettere soprattutto di essere una raccolta di giocatori più predestinati che selezionati per esserci.

Vediamo brevemente alcuni tratti di questo allargamento.

La prima considerazione riguarda la Nazionale che avrà un appoggio sempre azzurro ma decisamente meno “giovanile” (la attuale Under20), un sostegno rappresentato da ragazzi già più formati: ovvero la nuova struttura della “Nazionale A”. Questo nuovo binomio , che integra e non cancella  il rapporto con la Nazionale Under20, dovrebbe permettere un concreto ampliamento della base a disposizione di Crowley, La Nazionale maggiore esce dal vincolo formativo del solo “giovanissimo” e, diciamo la verità, può avere a disposizione, tramite la “A”, dei  test da giocatori eleggibili che prima non avevano una base concreta di atterraggio.

La seconda riguarda le Società di Top10 che adesso devono organizzarsi, gradualmente, per assumersi vere responsabilità perchè questo è il loro punto di arrivo. Anche questo è un vero allargamento: i club di riferimento ora sono dieci e non più uno o…. due (ho scritto due? … ma non ce la raccontiamo, prima era solo Calvisano). Significa anche che i club di Top10 devono smettere di frignare e farsi carico del loro vero ruolo, in alternativa abdicare e scalare in basso di categoria.

Queste novità vedranno il loro culmine non questa ma la prossima stagione ma fin da subito il rugby italiano giocato assume tutto un altro aspetto. Vedremo in campo, fra le franchigie ma ora anche nel Top10, giocatori che possono ambire a qualche “alta” soddisfazione. Avremo Società la cui rivalità andrà al sodo del campo di gioco e si trasferirà anche nella formazione di tutti i propri ragazzi e di quelli a loro assegnati.

Si spera che tutti davvero aderiscano a questo momento di competizione (tipico dello sport) e di crescita (da tempo fermo per il nostro rugby) che può dare con gradualità ma partendo fin da subito una spinta  finalmente a tutto il nostro rugby.

Si va ad incominciare. Buon divertimento e…. forza rugby.

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