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AZZURRI

BENETTON VINCE CON GLASGOW MA LA NAZIONALE E’ ALTRA COSA

La Benetton che vince per un punto con i Glasgow Warriors all’ultimo secondo con un calcio piazzato dI Marin nel turno di URC del trascorso fine settimana è una gran bella notizia. Vedere questa vittoria come un viatico per la Nazionale ha poco senso.

Lo si scrive perchè molti tifosi  ancora una volta si sono chiesti, dopo questa affermazione biancoverde, come mai la Nazionale perde malamente o, peggio, vince malamente (vedi Uruguay), quando il suo stesso impianto di giocatori poi riesce a compiere i miracoli dell’ultimo sabato a Treviso. Questa affermazione è in effetti figlia della comunicazione della nostra Federazione che, da molti anni, tende ad associare il percorso delle due squadre che militano nella ex-celtica URC con quello degli Azzurri. Ma questa cosa non è vera.

Intanto Zebre e Benetton sono due cose completamente diverse, talmente diverse, per organico ed organizzazione, per impianto sociale e per mission dichiarata, per nascita e tradizione, da non poterle mettere insieme a confronto con la Nazionale. Zebre e Benetton sono due cose diverse, per certi versi decisamente una all’opposto dell’altra.

Soprattutto gli organici delle due italiane in URC sono profondamente diversi. Più azzurro e decisamente denso di stranieri di buon livello, creato in autonomia totale, quello della Benetton, più italiano e composito, figlio delle Accademie e delle promesse federali, quello delle Zebre. La Nazionale è il punto d’incontro di pregi e difetti di entrambe. Se si considera poi che molti top player della nostra Nazionale sono tornati a giocare all’estero, il mix oggi è ancora più complesso.

Tornando però alla affermazione biancoverde contro Glasgow dobbiamo dire che, come capita spesso, al di là della retorica sul calcio finale piazzato dal pur bravissimo Marin, a fare la differenza nel match sono stati gli stranieri in biancoverde. In particolare lo straripante Rhyno Smith che, appena arrivato, sta facendo delle cose di altissimo livello ed è pure costante nel rendimento: la meta, di totale propria produzione, che l’estremo Benetton ha segnato lo scorso sabato, sarà difficile da dimenticare.  Inoltre è l’ingresso nel secondo tempo degli argentini Nemer e Baravalle in prima linea che ha dato un impulso nuovo a quelli di Treviso. Però, davvero, una segnalazione va fatta per la buona prestazione dei due diciannovenni in campo, oltre al calciatore della vittoria c’era anche Menoncello che sta crescendo molto bene.

Detto questo la Benetton ha subito per buona parte del match, gli avversari scozzesi hanno avuto la assoluta prevalenza su territorio e possesso (una proporzione 60/40) , i biancoverdi hanno dovuto macinare circa 140 placcaggi per contenere gli avversari che ne hanno dovuti fare circa 60 in meno. Tutto questo per arrivare a produrre due mete a testa. Gli scozzesi hanno avuto una discreta prevalenza fra i primi otto e gestito dei drive importanti, quelli di Treviso non hanno avuto nemmeno una grande percentuale al piede. Insomma, se leggiamo la partita così, nonostante ci fossero in campo solo sei Azzurri, sembra la storia di un test Match della Nazionale.

Il finale della partita però è diverso da come ci ha abituato la Nazionale,  perchè i biancoverdi hanno “vinto” solo su una cosa, hanno concesso 10 punizioni agli avversari contro le 12 di Glasgow. Qui è cascato l’asino, anzi lo scozzese. Si chiama “disciplina”.

Quello che rende la Benetton ancor di più non confrontabile alla Nazionale, oltre che per i motivi già detti e per il fatto che gioca ottanta minuti e non sessanta, è per la carica motivazionale e la tenacia. Ne ha decisamente di più ed è questa spinta che ha portato il guadagno dell’ultimo calcio di punizione e la vittoria con Glasgow. E’ la mentalità di una squadra che sente che può vincere, perchè le è già accaduto, ha persino alzato una coppa l’anno scorso.

La Nazionale invece è un posto dove non si vince da cinque anni nel Sei Nazioni e si e vinto un Test Match con l’Uruguay dopo due anni. Piaccia o no, non è un posto vincente.

Vincere aiuta a vincere.

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